AstroSamantha, l'Europa spaziale rischia di diventare un passeggero

Se non farà investimenti adeguati adesso nell'economia spaziale, l'Europa rischierà di diventare una semplice passeggera:lo ha detto l'astronauta Samantha Cristoforetti, intervenuta all'Università Sapienza di Roma per l'inaugurazione del nuovo anno accademico.

"Il contesto mondiale sta cambiando e sono sempre più i soggetti che riescono ad andare nello spazio, c'è dunque il rischio per l'Europa e per l'Italia di fare passi indietro e diventare clienti di altri soggetti solo per poter continuare a fare ricerca e partecipare all'economia spaziale", ha osservato l'astronauta dell'Agenzia Spaziale Europea. "Se vogliamo esserci, dobbiamo investire, sia per quanto riguarda gli investimenti pubblici, sia per quanto riguarda il settore dell'industria, così che i giovani che a breve usciranno dall'università possano ambire a lavorare in questo campo".

L'evento è anche l'occasione per il conferimento a Samantha Cristoforetti di un dottorato di ricerca honoris causa in Ingegneria aeronautica e spaziale, "per aver legato il nome dell'astronautica italiana ai più prestigiosi risultati nella storia delle missioni e dell'esplorazione spaziali, contribuendo all'avanzamento delle tecnologie e delle scienze aerospaziali".

"Sono molto contenta di questa opportunità di poter parlare ai giovani del futuro, il loro ma anche quello dell'Europa e dello spazio", aggiunge AstroSamantha. "Sarebbe bello se qualcuno di loro diventasse un astronauta e potesse volare nello spazio con un veicolo europeo. È il momento di fare largo ai giovani, ormai sono arrivata a un punto della vita in cui le mie ambizioni personali passano in secondo piano: la Stazione Spaziale Internazionale - ha aggiunto- finirà la sua vita nel 2030, quindi escludo che noi astronauti della vecchia generazione avremo di nuovo l'opportunità di tornarci: dobbiamo lasciare questa opportunità alla nuova generazione di astronauti che si stanno addestrando all'Esa, facciamo tutti il tifo per loro".

Crisi europea nei lanciatori
"L'Europa sta attraversando una profonda crisi nel settore dei lanciatori, cioè dei razzi che permettono l'accesso allo spazio e sono una condizione indispensabile per avere un'opportunità di crescita e di sviluppo nel settore", ha dettoancora Cristoforetti. "Oggi l'Europa presidia circa un terzo dell'economia spaziale globale. È una posizione più che dignitosa, ma - ha aggiunto - in molti settori non giochiamo più in serie A e il divario tecnologico si sta ampliando sempre più".

L'astronauta dell'Esa ricorda che per il settore spaziale è prevista una crescita fino a mille miliardi entro il 2040: "è facile immaginare un prossimo futuro in cui le industrie europee saranno sempre più esposte a competitori esterni". Altra 'nota dolente' è quella degli investimenti: "nel 2023 l'investimento pubblico europeo nelle attività di esplorazione spaziale è stato di circa 1 miliardo, contro circa 14 miliardi investiti negli Stati Uniti", ha detto Cristoforetti. "Questo badget ci permetterà di sviluppare contributi assolutamente dignitosi, ad esempio nell'ambito del programma Artemis della Nasa e delle missioni robotiche marziane, ma non ci permette di sviluppare capacità di trasporto autonome".

Secondo l'astronauta, "queste difficoltà riflettono un divario di capacità dell'industria spaziale europea e non si possono ignorare, soprattutto in un contesto internazionale in fermento in cui tanti Paesi sono da anni impegnati a realizzare propri programmi e in cui anche gli imprenditori privati saranno presto attori imprescindibili". Non è però tutto perduto: "abbiamo ancora una finestra di opportunità - ha concluso -per assicurarci un settore spaziale europeo forte".

Nessun veicolo europeo è mai atterrato sulla Luna
"Appena qualche settimana fa si è posato sulla Luna il lander indiano Chandrayaan-3: con rammarico devo sottolineare che, tra coloro che hanno raggiunto la Luna, non ci sono né l'Agenzia Spaziale Europea né una singola nazione europea". Lo ha detto l'astronauta Samantha Cristoforetti nella Lectio magistralis che l'ha tenuto oggi all'Università Sapienza di Roma, in occasione dell'apertura dell'anno accademico. "Abbiamo smesso di darci obiettivi ambiziosi. Nel momento in cui il resto del mondo si metteva a correre, noi ci siamo fermati", ha detto ancora l'astornauta dell'Agenzia Spaziale Europea. "Il veicolo europeo Argonaut, che porterà una tonnellata e mezza di carico sul nostro satellite, ha passato da poco le fasi di studio iniziali e sarà pronto per l'allunaggio forse solo alla fine di questo decennio", ha rilevato.

Per Cristoforetti "lo spazio è industria strategica, è opportunità di ricerca e sviluppo, è terreno di collaborazione internazionale. Ma lo spazio è anche luogo di competizione strategica: economica, industriale e militare". L'astronautai, che oggi ha ricevuto dall'Ateneo anche un dottorato di ricerca honoris causa, ha osservato che "ad oggi, solo tre nazioni possiedono astronavi in grado di portare donne e uomini nello spazio: Stati Uniti, Russia e Cina e, nel giro di pochi anni, a questi si aggiungerà anche l'India. Ci dobbiamo quindi chiedere urgentemente cosa vogliamo fare, come Europa e come Italia, che è una delle tre potenze spaziali del continente".

AstroSamantha sottolinea, infatti, il suo desiderio di vedere realizzato un lanciatore europeo. "Io ho avuto il privilegio di salire a bordo della Stazione Spaziale Internazionale due volte: la prima con un veicolo russo Soyuz e la seconda a bordo dell'astronave americana Dragon. Se mai dovessi tornate una terza volta in orbita intorno alla Terra - aggiunge Cristoforetti - vorrei che ciò accadesse a bordo di un'astronave europea da una base di lancio europea. O meglio, poiché mi rendo conto che l'età avanza, vorrei se non altro poter assistere a quel lancio in un futuro non lontano".

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