Covid: Sebastiani (Cnr), la discesa delle curve rallenta di nuovo

Le curve relative alla diffusione dell'epidemia di Covid-19 in Italia tornano a rallentare la loro discesa, sia a livello nazionale che di province, qualcuna perfino in aumento, in una situazione che richiede un controllo costante e nella quale è cruciale continuare ad avere a disposizione i dati giornalieri del ministero della Salute sull'andamento dell'epidemia e indossare la mascherina Ffp2 negli ospedali e nelle Rsa. Lo rileva il matematico Giovanni Sebastiani, dell'istituto per le Applicazioni del Calcolo 'M.Picone', del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr).

"L'analisi delle differenze settimanali della sequenza della percentuale dei positivi ai test molecolari a livello nazionale rivela che siamo in una fase di frenata della discesa, con un livello medio attuale pari a circa l'11%", osserva l'esperto. "Una situazione simile si osserva negli ultimi quattro giorni per la curva della percentuale di occupazione dei reparti di terapia intensiva a livello nazionale, dove per fortuna il livello medio attuale è basso, intorno al 2.5%, anche se - rileva - ad esempio l'Umbria si trova a un livello medio attuale pari a circa il 7% ed è in fase di crescita lineare, con un aumento medio giornaliero pari a circa lo 0.5%".

Per Sebastiani "i dati dei prossimi cinque giorni permetteranno di capire se a livello nazionale siamo di fronte a fluttuazioni o a un vero e proprio trend". Nelle province, lo stesso tipo di analisi dei dati sull'incidenza giornaliera dei positivi totali indica che 6 province sono in fase di crescita: Cagliari, Catania, Enna, Siracusa, Trapani e Prato.
Inoltre 23 province sono in fase di stasi o di frenata della decrescita e prossime alla stasi: Teramo, Potenza, Vibo Valentia, Reggio Calabria, Frosinone, Rieti, La Spezia, Ascoli Piceno, Fermo, Isernia, Barletta-Andria-Trani, Lecce, Sassari, Oristano, Palermo, Arezzo, Firenze, Livorno, Lucca, Massa Carrara, Pistoia, Siena e Rovigo.
Queste 29 province "si trovano quasi tutte al Centro-Sud, dove il livello medio dell'incidenza è molto più basso rispetto al Nord. Una possibile ipotesi per spiegare questa situazione paradossale coinvolge un più alto aumento della socialità indotto dall'anomalo periodo di temperature quasi estive e balneari", osserva il matematico".

Secondo Sebastiani, l'andamento dell'epidemia di Covid-19 in Italia "mette bene in luce l'importanza di continuare ad avere a disposizione dati su base giornaliera e non settimanale", Questo "non solo per i dati a disposizione della comunità scientifica: anche per il bollettino sintetico diffuso attraverso i media". Infatti, prosegue il matematico, "la percezione dello stato epidemico da parte della popolazione ha avuto in più di un caso un impatto rilevante sulla mitigazione dell'epidemia. Un caso significativo riguarda la fase espansiva del novembre 2021, originata nel nord-est del Paese: i dati evidenziano - conclude l'esperto - che la mitigazione dell'epidemia è iniziata prima del tempo caratteristico necessario alle misure di contenimento per avere effetti misurabili, per esempio tramite l'incidenza dei positivi".

Sebastiani osserva inoltre che, "come sottolineato dal presidente Mattarella, è bene adottare un approccio scientifico e mantenere un atteggiamento di generale prudenza per quanto riguarda il rilascio delle misure di contenimento della diffusione dell'epidemia. Ritengo importante in particolare che venga mantenuto l'obbligo della mascherina Ffp2 negli ospedali e nelle Rsa". Secondo l'esperto, "visto l'andamento epidemico negli ultimi tre inverni. rilasciare quest'obbligo poco prima che il clima diventi invernale è una scelta sbagliata perchè espone i malati, gli anziani e i fragili a un rischio concreto di peggioramento dello stato di salute".

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