I nostri antenati si muovevano su due gambe già sugli alberi

L'uomo avrebbe sviluppato la capacità di camminare su due gambe per muoversi sugli alberi alla ricerca di cibo, e non sul terreno in conseguenza della trasformazione del suo habitat. A suggerire questa nuova ipotesi è lo studio del comportamento degli scimpanzé della Tanzania, condotto dai ricercatori dell'University College di Londra insieme a quelli dell'Università del Kent e della Duke University negli Usa. I risultati sono pubblicati sulla rivista Science Advances.

I ricercatori hanno monitorato il comportamento di 13 scimpanzé adulti che vivono liberi nella valle Issa della Tanzania occidentale. Questa regione è caratterizzata da un habitat molto simile a quello che si pensa abbia ospitato i nostri antenati preistorici, con aree boschive alternate ad ampie praterie. L'obiettivo era proprio quello di capire se un habitat più aperto possa aver favorito l'evoluzione del bipedalismo.

I dati raccolti durante i 15 mesi di osservazioni dimostrano che gli scimpanzé stanno sugli alberi tanto quanto quelli che vivono in aree esclusivamente boschive, dunque la presenza di praterie e di un habitat più aperto non favorisce una maggiore permanenza sul terreno. Inoltre gli spostamenti su due zampe documentati nello studio sono avvenuti nell'85% dei casi sugli alberi, e non nella savana aperta come ci si aspettava.

“Il nostro studio - spiega Alex Piel, antropologo dell'University College di Londra - suggerisce che il ritiro delle foreste nel tardo Miocene-Pliocene circa cinque milioni di anni fa e gli habitat più aperti della savana non furono in realtà un catalizzatore per l'evoluzione del bipedalismo. Invece, gli alberi probabilmente sono rimasti essenziali per la sua evoluzione, e la ricerca di alberi che producono cibo potrebbe aver rappresentato un fattore chiave".

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