Lovere, lo spettacolo delle Frecce tricolori
Folla sul lungolago per ammirarle - Foto

Per il terzo anno consecutivo la pattuglia acrobatica si è esibita con mirabolanti manovre sul lago in occasione del Memorial Stoppani. Sorvolo perfettamente eseguito, poi un loop e una virata Schneider.

Lungo affollato e grande attesa oggi pomeriggio, domenica 8 settembre, a Lovere per le Frecce tricolori. Per il terzo anno consecutivo la pattuglia acrobatica si è esibita con mirabolanti manovre sul lago in occasione del Memorial Stoppani. Sorvolo perfettamente eseguito e due le manovre eseguire: un loop e una virata Schneider. Due anche le tanto attese fumate tricolori lasciate nel cielo dalle Frecce. La manifestazione è poi proseguita con le evoluzioni degli aerei da diporto sportivo, il volo leggero a Costa Volpino e gli aquiloni a Pisogne (le foto sono di Tarzia).

Il comandante delle Frecce, il maggiore Gaetano Farina, spiega così l’affetto che circonda questo simbolo dell’Italia nel mondo. «La risposta risiede proprio nella parola simbolo, cioè qualcosa in cui le persone si ritrovano e si sentono rappresentate: nel nostro caso, è palpabile l’emozione che le persone ritrovano nel vedere steso in cielo il tricolore nazionale, specie al termine di un susseguirsi di manovre acrobatiche ad alto contenuto spettacolare. Il volo è qualcosa che da sempre affascina l’essere umano; abbinarlo ad una identità come la nostra bandiera, capace di generare un trasporto emotivo ed al tempo stesso un senso di appartenenza, costituisce una miscela assolutamente vincente. E questa alchimia è talmente evidente da riuscire a coinvolgere ed appassionare anche chi, da straniero, non si riconosce nei colori di quella bandiera ma ne resta comunque affascinato. Dal canto nostro, questo è un motivo di grande orgoglio, ma anche di responsabilità per la grandezza di ciò che siamo chiamati a rappresentare: un onere ed un onore allo stesso tempo, che viviamo come una sfida quotidiana per dare sempre il massimo e cercare di migliorarci giorno dopo giorno».

Eppure il maggiore Farina invita a «non pensare ai piloti delle Frecce tricolori come super uomini o super piloti; rappresentano semplicemente la sintesi di ciò che i reparti dell’Aeronautica Militare sono in grado di esprimere per passione, competenza, professionalità e soprattutto capacità di fare squadra». E il lavoro di gruppo «è un vero e proprio mantra per tutti gli uomini e le donne della Forza armata, perché consente di moltiplicare l’efficacia del lavoro di ognuno ottenendo risultati ben al di sopra di quanto potremmo realizzare sommando quello di ogni singolo elemento. Il lavoro di squadra porta con sé affiatamento, rispetto e fiducia, tutti valori che incidono in modo significativo sulla performance finale: in alcuni passaggi riusciamo a raggiungere una distanza tra i singoli velivoli anche inferiore ai due metri, un risultato non raggiungibile senza la completa fiducia nelle capacità dei colleghi che ci volano vicino. Faccio un ulteriore esempio: i gregari della nostra formazione pilotano i loro velivoli senza guardare avanti, ma concentrandosi sul velivolo che hanno accanto per mantenere la corretta posizione; è un po’ come guidare senza guardare la strada ma cercando di mantenere distanza e posizione rispetto ad un’auto che abbiamo a lato. Lei lo farebbe se non si fidasse?».

Da tre anni, il sorvolo su Lovere rende omaggio a Mario Stoppani: un aviatore che, secondo il maggiore Farina, «ha scavato un solco nella storia. La grandezza di pionieri dell’aria come Stoppani risiede proprio nell’aver aperto una nuova via creando un’arte, quella del volo, nonostante disponessero di strumenti ancora parziali e talvolta inadatti, con talento e intuito. D’altronde sono questi i valori di chi si avvicina al mondo del volo: una forte volontà e la voglia di esplorare un’altra dimensione, di vedere il mondo da una prospettiva diversa. A distanza di un secolo, i piloti delle Frecce Tricolori e più in generale tutti i professionisti dell’aria alimentano la propria passione con gli stessi ideali di allora, mantenendo vivo un legame invisibile ma allo stesso tempo indissolubile».

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