Pensava fosse amore, era una ladra
Gli arrestati condotti tardi in tribunale: liberi

Pensava fosse amore, invece era una ladra. Con tanto di complici. Il venerdì sera di un italiano 50enne di Sovere anziché all’insegna del romanticismo (come promesso dalla sua compagna) si è concluso con due tentativi di furto nella sua abitazione e la scoperta che la «basista» del colpo, era proprio la «sua» G. I. C., classe 1985.

I due complici erano il marito di lei, D. C., nato nel 1983, e J. I. D., del 1975. Tutti romeni. Arrestati dai carabinieri di Sovere, nelle prime ore di ieri, per un cavillo gli stranieri sono stati scarcerati e gli atti sono stati trasmessi al gip che deciderà sulla convalida a piede libero. Infatti non è stato possibile fare sabato 9 luglio l’udienza di convalida - né rinviarla a lunedì 11 (sarebbero scaduti i termini alle 8,30) - perché secondo un provvedimento del 2006, dell’allora presidente del Tribunale, gli atti e gli arrestati devono arrivare entro mezzogiorno.

I fascicoli erano in aula, ma gli arrestati (ci sono i tempi tecnici necessari, tra cui quelli per il fotosegnalamento) sono arrivati intorno alle 12,45. Inoltre, nonostante le ricerche, non si è trovato nessun interprete di lingua romena. L’italiano, dopo una serata fuori, è rientrato a casa con la romena a cui era legato da anni (le aveva dato circa 100 mila euro per aiutarla), e che sapeva essere sposata. Si è accorto che la porta d’ingresso era stata forzata e poi ha visto due uomini bassi che scendevano le scale e fuggivano. I due romeni nella fuga in auto hanno pure sbattuto contro un mezzo parcheggiato.

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