Sebino, Blitz contro il lavoro nero
Tre denunce per 11 irregolari

Nei confronti dei titolari delle imprese è stata irrogata una maxisanzione che va da un minimo di 1500 ad un importo massimo di 900 euro.

La Guardia di Finanza di Costa Volpino, nell’esecuzione di specifici e mirati controlli legati al lavoro in nero o irregolare, ha riscontrato all’interno di tre opifici, uno operante nel settore della ristorazione, uno nel settore della produzione di prodotti parafarmaceutici/integratori alimentari ed uno nel settore della lavorazione ed assemblaggio di prodotti in gomma (il primo gestito da un cittadino extracomunitario, gli altri due da cittadini italiani), l’impiego di undici lavoratori «in nero», tra cui un minorenne.

Nei confronti di questi ultimi, 9 di nazionalità extracomunitaria e 2 di nazionalità italiana, i rispettivi datori di lavoro non avevamo provveduto ad effettuare la preventiva «comunicazione obbligatoria» al competente centro per l’impiego ne ad ottemperare agli adempimenti contributivi, assistenziali e fiscali. Nei confronti dei titolari delle imprese è stata irrogata una maxisanzione che va da un minimo di 1500 ad un importo massimo di 900 euro per ogni lavoratore non regolarmente assunto, con diffida alla regolarizzazione dell’intero periodo di lavoro prestato «in nero» sotto il profilo contributivo e assicurativo.

Per uno degli imprenditori è scattata anche la denuncia alla Procura della Repubblica di Bergamo per aver impiegato all’interno dei locali aziendali un soggetto minore di anni 16. Le attività svolte dalle Fiamme Gialle rientrano nell’obiettivo di tutelare le aziende sane che operano correttamente sul mercato e sono poste in pericolo da chi agisce nell’illegalità e sfrutta la mano d’opera in nero, a cui non viene riconosciuto alcun diritto, né lavorativo né previdenziale. Peraltro, uno degli interventi eseguiti riguarda il settore della lavorazione della gomma, che proprio nel basso e medio sebino rappresenta uno dei distretti industriali più importanti riconosciuti nella bergamasca.

© RIPRODUZIONE RISERVATA