Resta gravissimo il 13enne di Villongo
E al lido Nettuno non c’è sorveglianza

Restano gravissime le condizioni del ragazzino di Villongo, di origini senegalesi, ricoverato al «Papa Giovanni» dopo essere scivolato nel lago dal pontile del lido Nettuno, a Sarnico.

Accanto al tredicenne ci sono, all’ospedale, la mamma Amy e il fratello gemello, che giovedì era con lui. Il ragazzo, che non sapeva nuotare, era sull’ultimo gradone del pontile, con i piedi nell’acqua quando, forse mentre stava giocando, è caduto. Si è aggrappato a un coetaneo, ma poi è scivolato verso il fondale, profondo circa cinque metri. A recuperarlo, alcuni bagnanti che si sono tuffati e solo dopo 15 minuti circa l’hanno individuato e riportato sul pontile. Il ragazzino era in arresto cardiaco, ma fortunatamente le procedure di rianimazione messe in atto dagli uomini del 118 hanno avuto successo e il cuore è ripartito. Trasportato in elisoccorso al «Papa Giovanni», è stato immediatamente portato il sala operatoria: nonostante la lunga permanenza sott’acqua, si continua a sperare di poterlo salvare.

Intanto, anche venerdì 8 luglio sono stati come sempre tanti i giovanissimi che hanno trascorso il pomeriggio tuffandosi proprio dal pontile che si allunga nel Sebino dal lido Nettuno. Lido con ingresso a pagamento, ma dove non c’è sorveglianza come del resto recitano i cartelli all’ingresso e quelli posizionati lungo lo stesso pontile. E se è vero che, come dice il sindaco Giorgio Bertazzoli, «non è il momento delle polemiche», da più parti e anche in considerazione del fatto che già nelle scorse settimane un altro ragazzino aveva corso il rischio di annegare, si comincia a invocare che al lido venga attivato un servizio di sorveglianza. Ci si chiede, dunque, perché nelle piscine private - a uso pubblico - sia giustamente obbligatorio avere personale addetto al salvamento dei bagnanti, mentre invece un’area pubblica non sia attrezzata per questo.

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