Stas, l’orfano diventato infermiere aiuta i bimbi

La storia Accolto sul lago d’Iseo con i «bambini di Chernobyl» è cresciuto e ha studiato in Italia. Ora è in Polonia per i piccoli malati.

Un legame nato quasi trent’anni fa, quando la Caritas di Darfo organizzava i primi soggiorni dei «bambini di Chernobyl» tra l’alto Sebino e la valle Camonica: Bossico, Lovere, Costa Volpino, Rogno, e gli altri paesi bresciani, accoglievano i bambini che in Ucraina vivevano in qualche orfanotrofio e avevano bisogno di cure, di alimentazione sana, di svago. Poi il progetto ha dato origine all’associazione «Domani Zavtra» che negli anni ha consentito di recuperare e riqualificare diverse strutture ucraine destinate alla cura e alla crescita degli orfani o dei bambini abbandonati. Normale quindi che «Domani Zavtra» fin dall’inizio dell’invasione russa sia stata in prima linea per raccogliere vestiti, alimenti e cibi da mandare al confine fra la Polonia e l’Ucraina.

La storia di Stas

Decisamente fuori dal comune invece la storia di uno di quei ragazzi che passavano l’estate sul lago d’Iseo: Stas Shvets, cresciuto a Costa Volpino, poco più di un anno fa si è diplomato dopo aver terminato il corso di laurea in infermieristica e ha iniziato a lavorare per l’Areu: domenica sera ha raggiunto la Polonia per dare aiuto ai centri di accoglienza e per individuare i bambini con patologie che verranno trasportati in Italia con i loro familiari per essere curati.

«Stas – raccontano gli amici di Domani Zavtra – era arrivato in Italia come orfano nei gruppi ospitati dai paesi; grazie all’aiuto della famiglia di un chirurgo che opera in un ospedale bresciano ha potuto restare in Italia, studiare e laurearsi. Diventato grande, ha collaborato per organizzare l’ospitalità di altri orfani e ora potrà tornare a lavorare per la sua gente». Lo abbiamo contattato telefonicamente, ma ci ha detto soltanto che «il viaggio è andato bene», preso da mille incombenze e dalle attività da pianificare con i colleghi dell’Agenzia regionale per l’emergenza e l’urgenza.

La volontà è di creare un hub di appoggio per l’invio regolare di autotreni.

Intanto Domani Zavtra ha già portato a termine due viaggi per portare aiuti ai profughi . Dopo il materiale raccolto in municipio a Lovere e consegnato nei giorni scorsi, ieri sera i mezzi partiti da Pisogne sono arrivati al confine dopo essere passati da Konstancin, cittadina gemellata proprio con Pisogne. La volontà è di creare un hub di appoggio per l’invio regolare di autotreni. «La richiesta pressante – spiegano i volontari – ora è di farmaci, in particolare insulina e paracetamolo. Quest’ultimo per i bambini che sono ospitati negli scantinati senza riscaldamento e che si ammalano facilmente. Intendiamo seguire la politica della consegna “punto – punto” cioè con la certezza di portare materiale utile a chi ne ha bisogno». Sciroppo per la tosse dei bambini, antiinfiammatori, ma anche garze, cerotti, bende e altro materiale sanitari possono essere consegnati nella sede di Domani Zavtra a Darfo; per gli alimenti, la richiesta è che siano pronti al consumo: non è possibile cuocerli.

© RIPRODUZIONE RISERVATA