Clima mite sulle cime delle Orobie
E c’è chi arriva perfino dalle Maldive

In pianura freddo e galaverna, sulle cime orobiche tanto sole e tepore. Siamo a dicembre, ma neppure il maldiviano in vacanza settimana scorsa a San Simone di Valleve deve aver avvertito poi questa grandissima differenza.

Perché quelli appena trascorsi sulle nostre montagne sono stati giorni eccezionalmente miti, grazie al fenomeno dell’inversione termica: 12 gradi a 2.000 metri e qualcosa in meno, invece, in pianura. Condizioni meteo bellissime, sole e cielo prevalentemente terso, con temperature gradevoli anche ad alta quota: colpa dell’alta pressione che impedisce la circolazione dell’aria e tiene lontano la neve, mettendo in difficoltà le stazioni sciistiche ma favorendo le uscite degli escursionisti. E proprio nel ponte dell’Immacolata le Orobie hanno visto un piccolo boom di appassionati, giovani, pensionati ma anche famiglie. Che, grazie a sentieri senza neve e, durante il giorno, temperature piacevoli, hanno raggiunto cime e rifugi. «In questi giorni abbiamo visto veramente tante gente – conferma Silvia Maria Rossi, gestore del rifugio Balicco di Mezzoldo, a 1.950 metri di quota –. Si stava tranquillamente all’esterno del rifugio in maglietta, con 12-14 gradi. Si accendeva la stufa a legna solo la sera».

E in questi giorni le escursioni termiche hanno contribuito alla formazione di spettacolari disegni simmetrici sulla superficie del lago Cardeto, sopra Gandellino: come la sorta di «stellaglaciale» fotografata da qualche escursionista (nella foto sopra). Sempre al lago Cardeto, poi, la risalita delle bolle di aria sottostante alla superficie di ghiaccio ha provocato invece la formazione di migliaia di strutture cilindriche simili ad aghi posti verticalmente.

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