Dopo il rogo, l’appello di alcuni sindaci:
destiniamo a Foppolo un milione dal Bim

«Foppolo non va lasciato solo. È giusto che in questo momento di enorme difficoltà la valle si dimostri finalmente unita e si metta una mano sul cuore». E magari al portafoglio.

L’appello arriva da alcuni amministratori della Valle Brembana, dopo il rogo che tra giovedì e venerdì ha distrutto le cabine di due seggiovie a Foppolo. Un disastro che rischia di far saltare la prossima stagione sciistica. L’emergenza riguarda i tre Comuni, Foppolo, in primis, con Carona e San Simone (dove ci sono gli impianti di risalita gestiti da Brembo Super Ski, la società dei tre Comuni) ma anche il resto dell’alta Val Brembana, da Branzi in giù, e forse anche oltre Piazza Brembana. Territori che godono dell’indotto determinato dagli impianti di risalita del principale comprensorio sciistico bergamasco.

La disponibilità economica a breve per rimettere in piedi le due stazioni distrutte ci potrebbe essere: si tratta di fondi Bim, due milioni e 800 mila euro per i prossimi quattro anni, per regolamento il 35% destinati ai Comuni da San Giovanni Bianco in giù, e per il 65% da Camerata Cornello in su. Parte di tali fondi sono già destinati dalla Comunità montana, altri 400 mila euro i 21 Comuni dell’alta Valle hanno deciso di utilizzarli per la casa di riposo di Piazza Brembana. Alla fine, ancora da destinare per l’alta valle c’è circa un milione di euro, forse qualcosa di più. I Comuni devono presentare delle proposte, dei progetti possibilmente sovraccomunali. Poi è l’assemblea della Comunità montana a decidere la destinazione.

«È vero che siamo in un momento di difficoltà - dice il presidente della Comunità montana Alberto Mazzoleni - e quindi a ogni Comune anche poche migliaia di euro possono fare comodo. Ma forse questa è l’occasione per fare una riflessione, per trovare quella solidarietà che finora è sempre un po’ mancata. I Comuni, se d’accordo, potrebbero rinunciare alle singole proposte e decidere insieme di destinarli alla situazione d’emergenza. È fattibile».

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