«Giovani tra droga, social e fragilità»
L’età a rischio è tra i 16 e i 17 anni

Don Fausto Resmini, della Comunità «Don Milani» di Sorisole: in un anno 464 minorenni nei guai.

In Bergamasca, dicono le statistiche sui reati minorili, le imputazioni prevalenti sono nei confronti di ragazzini tra i 16 e i 17 anni. Il bilancio del 2016 traccia una parabola che cresce, tocca il picco, per iniziare successivamente ad attenuarsi: 25 le imputazioni a carico di giovanissimi con meno di 14 anni, 34 quelle dei 14enni, 85 per i 15enni, quindi ben 126 per i 16enni e 150 per i 17enni; poi l’inizio della discesa, testimoniato dalle 119 «accuse» per chi ha superato i 17 anni.

Un totale di 539 imputazioni a carico di 464 giovani soggetti, di cui 54 ragazze. Del totale, 217 sono gli italiani, cui s’aggiungono 111 stranieri di seconda generazione (nati nella Bergamasca) e altri 136 stranieri nati all’estero e poi trasferitisi in Italia. Lo sguardo delle statistiche inquadra anche la tipologia dei reati, con quelli contro il patrimonio – furti, scippi, rapine – a costituire la parte predominante: 267 imputazioni, il 49,5% del totale. «Manca una formazione alla coscienza etica, che dovrebbe essere offerta in primis dalla famiglia», dice don Fausto Resmini, 65 anni, fondatore della comunità «Don Milani» di Sorisole, cuore solidale di Bergamo, da decenni «casa» di tanti minori in cerca di una ripartenza, che sabatgo 2 dicembre ha ricevuto la visita del ministro della Giustizia, Andrea Orlando. «Oggi, sono tre le preoccupazioni più grandi per gli adolescenti: i reati derivanti dall’uso di sostanze stupefacenti e quindi dalla dipendenza, l’utilizzo negativo dei social network, l’esperienza di fragilità psicologica che sfocia spesso in situazioni psichiatriche», rileva don Fausto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA