Un sito preistorico a San Pellegrino?
Partono le indagini con il georadar

Al «Pià», di fronte alla Sanpellegrino, indizi farebbero ipotizzare un insediamento dell’età del Bronzo o del Ferro. Lunedì rilievi col georadar

«Ol Pià» è un piccolo luogo delizioso del territorio comunale di San Pellegrino Terme. Un posto, situato nella zona di fronte allo stabilimento dell’acqua minerale, molto frequentato dalle persone del posto, dai giovani, dai meno giovani e anche dalle scolaresche.

Un luogo che, forse, potrebbe nascondere un insediamento preistorico. Per scoprirlo, lunedì vi sarà l’avvio del cantiere di rilievo geognostico del sito, una perlustrazione con il georadar possibile grazie al progetto nato dalla collaborazione tra l’associazione culturale «Terra Insubre» di Varese, la prima a insinuare il sospetto che a Ol Pià ci sia un insediamento preistorico, il Comune di San Pellegrino Terme, la Comunità montana Valle Brembana e la Fondazione della Comunità Bergamasca Onlus. «Il tutto è partito da una ricognizione dei nostri due soci Mirko Trabucchi e Ilaria Monguzzi – racconta Giancarlo Minella, presidente di Terra Insubre –, i quali hanno individuato e ci hanno segnalato quest’area molto particolare, che già ora è caratterizzata da massi e pietre in cerchio, ed è poi continuato con il supporto dell’archeoastronomo Adriano Gaspani dell’Osservatorio di Brera che ha analizzato le immagini della zona scattate dai satelliti e ha confermato che si tratta di un luogo degno di interesse. Dai risultati emersi dalle sue indagini, infatti, si può ipotizzare la presenza di indizi che fanno pensare che al di sotto del terreno ci possano essere tracce di un insediamento risalente all’epoca preistorica, indicativamente dell’età del Bronzo o dell’età del Ferro».

Lunedì, le indagini geognostiche. «Ovviamente è tutto da verificare – sottolinea Minella –, perché a oggi prove e certezze non ci sono. Ci sono una serie di indizi e speriamo col georadar, che permette di arrivare ai sei metri di profondità nel sottosuolo e rilevare la presenza di manufatti ed elementi strutturali di abitazioni, di scoprire che abbiamo ragione e di trovare quel che cerchiamo. Se sarà così, metteremo i dati a disposizione della Soprintendenza archeologica, augurandoci che si possano poi fare delle campagne di scavo».

Se le ipotesi venissero confermate dalla perlustrazione, San Pellegrino Terme avrebbe un sito storico da valorizzare, anche a livello turistico.

«Se sarà come speriamo – conclude Minella – il Comune potrà fregiarsi di questo sito e valorizzarlo con un archeoparco e un museo per esempio, come è stato fatto, anni fa, per un caso molto simile a Parre. Noi speriamo che gli indizi diventino certezze, perché sarebbe anche un modo per noi per dare un contributo al territorio bergamasco, a cui siamo molto legati, che è stato così duramente colpito dal Covid-19». Durante la giornata del rilievo, il sito non sarà accessibile al pubblico. «Subito, quando ci hanno presentato il progetto – commenta Vittorio Milesi, sindaco di San Pellegrino Terme – lo abbiamo ritenuto interessante, soprattutto qualora le ipotesi fatte venissero confermate dalle ricerche. Per noi può essere davvero un luogo da promuovere».

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