Villa d’Almè, altro infortunio sul lavoro
Cade lastra di marmo, 82enne ferito

L’incidente è avvenuto alle 11 di mercoledì 6 febbraio in una ditta in via Mazzi.

Un altro incidente sul lavoro nella nostra provincia nella mattinata di mercoledì 6 febbraio a Villa d’Almè. Il titolare di un’azienda di marmi, un uomo di 82 anni, si è ferito ed è stato trasportato in ospedale. Una lastra di marmo è caduta e lo ha colpito agli arti inferiori.

In mattinata è stato reso noto anche il bilancio delle morti sul lavoro in Italia nel 2018 su dati Inail. E i numeri non sono certo confortanti.
«Bilancio più che drammatico per gli infortuni mortali sul lavoro. Nel 2018 si contano 1.133 vittime, ovvero 104 vittime in più del 2017. E sono 786 i decessi registrati in occasione di lavoro e 347 quelli in itinere. Un vero eccidio che fa rabbrividire perché rimanda ad una media di mortalità crudele di quasi 100 persone al mese». Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega, da 10 anni monitora l’emergenza morti bianche al fine di diffondere la cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro, stenta a credere che in un decennio non sia cambiato nulla. «Anzi - sottolinea l’Ingegnere Rossato - la situazione nell’ultimo anno pare sia tristemente peggiorata. Da Nord a Sud». La conferma giunge sulla base degli ultimi dati INAIL ma anche dalla più recente indagine elaborata proprio dall’Osservatorio mestrino dove, oltre ai numeri di infortuni mortali totali, si approfondisce anche l’emergenza degli incidenti occorsi nei luoghi di lavoro.

Dalla Lombardia i dati peggiori: le vittime registrate in occasione di lavoro nel 2018 sono 113. Seguono: Emilia Romagna (84), Veneto (69), Piemonte (68), Campania (66), Lazio (63), Toscana (58), Puglia (45), Sicilia (36), Calabria (34), Liguria (33), Friuli Venezia Giulia (24), Abruzzo (19), Basilicata (15), Marche (14), Trentino Alto Adige e Sardegna (13), Molise (11), Umbria (7) e Valle D’Aosta (1).

Ed è sempre la Lombardia a guidare la triste classifica delle morti sul lavoro, che tengono conto anche degli infortuni in itinere, con 163 vittime. Al secondo posto Emilia e Veneto (115) e terzo è il Piemonte (98). «A colpire, però, non sono solo i numeri, ma anche l’età delle vittime. Quasi la metà tra i 50 e i 65 anni - sottolinea Rossato - questo a dimostrazione di come l’esperienza non sia sufficiente a tutelare i lavoratori. Anzi, purtroppo, la percezione del rischio sembra diminuire con il passare del tempo». Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro nel 2018 sono 117 (in totale, compresi gli infortuni in itinere, sono 181). Il settore più colpito, sempre in occasione di lavoro, non è determinato dall’INAIL e registra 226 casi. A seguire, Costruzioni (125 vittime), Attività Manifatturiere (105) e Trasporti e Magazzinaggio (104). La provincia in cui si conta il maggior numero di infortuni mortali in occasione di lavoro è Roma (46 decessi). Ed è seguita da: Torino e Milano (33), Napoli (32), Genova (20), Brescia (18), Bologna e Verona (17), Udine (16), Mantova e Salerno (15), Foggia, Caserta e Modena (14), Arezzo, Treviso, Bergamo (13). Per quanto concerne infine le rilevazioni degli infortuni totali (compresi quelli in itinere) è sempre Roma in prima posizione (66); seguita da: Milano (49) seguita da Torino (44), Napoli (44), Foggia (30), Verona (28), Genova (26), Bologna (25), Bergamo (20), Padova e Treviso (19). Infine a crescere sono anche gli infortuni dai 635.433 del 2017 ai 641.261 del 2018. Circa 6000 in più. Sul podio ancora una volta la Lombardia con 119.937 infortuni, seguita dall’Emilia Romagna (85.823) e dal Veneto (76.486).

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