Flop trasporti, i genitori degli studenti:
«Se ci sono carenze ci pensiamo noi»

Tante parole sull’evoluzione del trasporto pubblico in Bergamasca, ma alla fine (o meglio: al principio dell’anno scolastico) i pullman e i chilometri restano pochi, certamente non adeguati a definire l’offerta un servizio di qualità.

«Siamo punto a capo con la situazione dell’anno scorso» è il giudizio impietoso di Marilisa Zappella, presidente del CorCoGe, il Coordinamento dei comitati delle associazioni genitori delle scuole superiori. Su 42 istituti in Bergamasca, 20 confluiscono nel coordinamento e la loro posizione è chiara: «Laddove il servizio pubblico è carente, chiediamo agli enti locali di darci la possibilità di organizzarci da soli, di consentirci di far partire linee di bus private».

Una voce, quindi, rappresentativa del territorio per quel che concerne un trasporto pubblico, «che fa acqua da tutte le parti». «L’incertezza è totale - continua Zappella -. La Regione ha tamponato la mancanza di risorse con l’erogazione di contributi, ma solo fino a dicembre. A questo punto rimane il grosso punto interrogativo su cosa succederà nel 2017, fermo restando che a oggi il servizio presenta le medesime dinamiche dell’anno scorso».

Tradotto, significa sovraffollamento dei mezzi con i ragazzi costretti a viaggiare in piedi, ammassati gli uni agli altri come sardine per molti chilometri, senza contare le attese. Visto l’andazzo alcuni comitati stanno premendo con le istituzioni per potersi attivare in maniera autonoma, attraverso servizi di trasporto ad hoc per i propri figli.

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