I fratelli morti a poche ore di distanza
Casazza piange Remigio e Ferdinando

Tantissime persone, troppe per la pur grande navata della parrocchiale, hanno partecipato ai funerali di Remigio e Ferdinando Zamblera, i due fratelli di 37 e 35 anni morti a poche ore di distanza l’uno dall’altro tra giovedì e venerdì a Spinone.

Il primo, Ferdinando, è stato travolto da un camion alle 8,30 di giovedì sulla statale 42. Remigio, che nel corso della giornata si era caricato sulle spalle il doloroso compito del riconoscimento della salma, trasportata nel frattempo all’ospedale di Seriate per accertamenti, verso sera aveva lasciato la casa di Casazza dove viveva con il fratello e i genitori. Non vi ha più fatto ritorno. I carabinieri, allertati da alcuni testimoni che avevano riferito di aver visto l’uomo camminare nella zona di Spinone, l’hanno trovato venerdì mattina nei pressi di un canneto lungo la riva del lago, ormai privo di vita. Secondo i militari si sarebbe trattato di un gesto estremo: generoso e fragile, come del resto lo era il fratello, non ha retto al dolore.

In chiesa c’erano i genitori, Gioacchino e Vittoria, rimasti senza più figli, i parenti, gli amici e diverse persone provenienti da tutta la valle. Erano presenti i rappresentati dell’Avis - i fratelli Zamblera erano donatori -, dell’Aido, in cui Ferdinando aveva fatto parte del direttivo locale.

In un silenzio assoluto il corteo funebre è giunto sul sagrato, aperto dai cittadini di Casazza, tra i quali il sindaco Sergio Zappella in veste privata. Il parroco don Pietro Gelmi ha celebrato la Messa funebre.

«Di fronte a fatti simili - ha detto nell’omelia - la parola tentenna, eppure noi dobbiamo cercare di cogliere le scintille di verità che risplendono anche in questa circostanza e che parlano di vita eterna, per noi che crediamo. La scomparsa di Remigio e Ferdinando ci insegna che siamo fragili. La stessa cosa ce l’ha insegnata in questi giorni il dramma del terremoto in Centro Italia».

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