Il vicesindaco di Berzo: «Positivo al test
ma sono senza sintomi da 28 giorni»

Per dodici giorni, il vicesindaco di Berzo San Fermo, Daniele Micheli, ha presentato i classici sintomi da Covid-19.

Per dodici giorni, il vicesindaco di Berzo San Fermo, Daniele Micheli, ha presentato i classici sintomi da Covid-19: prima mal di gola e raffreddore, poi febbre a 38,5°, mal di testa, perdita di appetito e del senso del gusto. Il 21 marzo, il medico di base lo ha visitato, i polmoni erano puliti e il giorno dopo era scomparsa anche la febbre.

Solo permaneva l’alterazione al gusto, che a oggi non è stato pienamente recuperato. Sabato 18 aprile, dopo ben 28 giorni di assenza dei sintomi, è arrivata una notizia inquietante: il test sierologico (con certifica CE e del Ministero della Sanità) effettuato in forma privata a Scanzorosciate, ha evidenziato ancora la presenza di anticorpi «IgM», quelli, per dirla grossolanamente, prodotti nella fase di contrasto al coronavirus, che in teoria dovrebbero scomparire dopo tre settimane: segno, questo, della capacità potenziale di trasmettere l’infezione.

«Sto bene, il mio medico mi considera guarito dal punto di vista clinico – spiega Micheli – e mi ha spiegato che, per quanto riguarda la possibilità che io sia infettivo, il test sierologio andrebbe incrociato con il tampone. Purtroppo io sono uno dei tanti a cui il tampone non si è riusciti a farlo nella fase acuta dell’emergenza e non si riesce a farlo tuttora. Proprio per questo mi chiedo: quanti saremo nelle stessa situazione di non sapere con certezza se possiamo trasmettere il Covid nonostante i canonici 21 giorni di isolamento?».

I timori di Micheli affondano in quella vasta zona grigia di persone quasi certamente colpite dall’epidemia ma non incluse nelle statistiche ufficiali. Senza l’esame del tampone è in effetti impossibile confermare con sicurezza l’abbattimento della carica infettiva. «Cosa succederebbe se il mio caso non fosse isolato? - si chiede il vicesindaco –, se ci fossero altri cittadini nelle mie condizioni? Da qualche giorno mi sono tolto la mascherina e ho avuto contatti con dei parenti conviventi. Ero tranquillo. Ora ho il terrore di averli infettati».

La preoccupazione dell’amministratore berzese è acuita dai piani, che si stanno sviluppando in questi giorni, per l’avvio della cosiddetta ’fase 2’, la riapertura graduale delle attività lavorative. «Non voglio entrare nello specifico – conclude –, credo solo servano grande cautela e la consapevolezza di conoscere ancora poco questa malattia. La mia vicenda lo testimonia».

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