Le firme degli amici sulla maglia
Grumello, l’ultimo saluto a Omar

Sul feretro del 19enne travolto all’uscita della discoteca, la divisa della squadra dove aveva militato. Il papà: «Una cosa così non accada mai a nessuno di voi».

Almeno 300 persone hanno voluto partecipare, sfidando un freddo intenso, all’ultimo saluto a Omar. È questa l’ennesima testimonianza dell’affetto che l’intera comunità nutre nei confronti dei Diop, arrivati in paese nel 2001 dal Cagliaritano, terra d’origine della madre Federica, e luogo in cui la donna conobbe, più di venti anni fa, il marito Iso, emigrato in Italia dal Senegal. Grazie a tutti, ringrazio di cuore la gente di Grumello, a nome mio e della mia famiglia. Non mi aspettavo che sareste stati così numerosi. Non ho parole».

Quello del padre «Iso» è stato l’unico, semplice discorso che si è levato sabato 10 dicembre dal cimitero dove Omar Diop, il ragazzo di 19 anni travolto da un’auto nella notte dell’8 dicembre all’uscita dalla discoteca Costez, è stato sepolto al termine di una breve cerimonia. La voce è forte, ma qua e là si spezza; le lacrime, con sforzo, rimangono trattenute sugli occhi. Accanto a lui ascoltano in silenzio l’altro figlio, Amadou Momar, 14 anni, e la moglie Federica. Gli applausi dei convenuti interrompono più volte le frasi faticose; e in qualche punto le sovrastano. «Che una cosa così non accada mai a nessuno di voi! Grazie!» ha concluso Iso, commosso.

Sulla bara, gli amici di Omar hanno deposto una maglia gialla, quella della Grumellese, squadra in cui Omar aveva giocato nelle giovanili per vari anni. Era ricoperta delle loro firme. Poi, è stata appoggiata una corona di fiori.

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