Addio ad Andrea, maestro di karate
«Un esempio per tutti i suoi allievi»

Lealtà e spontaneità. Sono due dei caratteri più importanti per un karateka. Andrea Meroni era così: leale e spontaneo. Sul tatami era nato, cresciuto da papà Sergio, campione di arti marziali. Da lui ha imparato a rispettare l’avversario, ad apprezzare i valori dello sport.

E proprio per un debito nei confronti del suo maestro di vita, oltre che di karate, Andrea aveva deciso di tornare dagli Stati Uniti dove era emigrato cinque anni fa. Da dodici mesi aveva affiancato il padre nella gestione della scuola JKA Karate di Selvino. Cintura nera alla vita e due spalle grandi così al servizio dei più piccoli, a cui cercava di trasmettere tutto quello che ha imparato nel suo viaggio lungo 36 anni. Un viaggio che si è interrotto domenica mattina lungo la ex statale della Valseriana, a Casnigo, in sella alla sua moto, l’altra sua grande passione.

La Yamaha R1 che aveva comprato pochi mesi fa: un suo grande desiderio dopo essere tornato in patria. Andrea la sfoggiava con orgoglio anche nella foto del suo profilo di Facebook, dove già nella serata di ieri i suoi amici hanno iniziato a ricordarlo con affetto. «Era un ragazzo buonissimo – racconta Maria Cortinovis, mamma di un’allieva di karate di Andrea Meroni -. Conduceva una vita estremamente salutare ed era un ottimo esempio per i ragazzi della scuola».

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