Alzano, test per 300 persone al via
Gallera: avanti con chiamate sul territorio

I primi residenti di Alzano, Nembro e Albino si sono sottoposti al test sierologico nella mattinata di giovedì 23 aprile. Da settimana prossima i test andranno avanti in tutta la provincia fino a esaurimento.

Si sono presentati dalla 8 di giovedì 23 aprile i primi 300 cittadini, tra i 18 e i 64 anni, delle città di Alzano Nembro e Albino all’ospedale di Alzano e al poliambulatorio di via Roma a Nembro per effettuare i primi test sierologici voluti dalla Regione e gestiti da Ats. Da settimana prossima i test andranno avanti in tutta la provincia fino a esaurimento.

I cittadini sono sopraggiunti all’ospedale di Alzano e al poliambulatorio di Nembro su appuntamento a partire dalle 8: in fila non più di due o tre persone si sottopongono alla misurazione della febbre e poi al test. «Ci voleva» dicono i primi residenti dei comuni più colpiti dal coronavirus in Bergamasca sopraggiunti per l’esame al centro prelievi dell’ospedale di Alzano. «Siamo felici di sottoporci al test pur di riuscire a capire la portata di questa epidemia» spiegano in molti. Soddisfatto anche il sindaco di Alzano, Camillo Bertocchi, presente insieme al direttore generale di Ats Bergamo, Massimo Giupponi. «Così potremo avere una fotografia immunologica dei nostri paesi. Bisogna fare in fretta» dice Bertocchi. Giupponi intanto conferma anche che sono stati sottoposti al tampone 600 ospiti delle Rsa di Alzano, Albino e Nembro. È stato anche chiarito ancora una volta che il test serve a verificare se una persona ha sviluppato gli anticorpi ma non rappresenta una patente d’immunità.

Chi, come, dove e quando sono state le domande che hanno tenuto banco mercoledì 22 aprile, in un turbinio di chiamate organizzative al fotofinish.

Chi

Innanzitutto chi deve sottoporsi al prelievo di sangue (si tratta di un test ematico e non del cosiddetto «pungi-dito»), per verificare se ha sviluppato gli anticorpi al Covid?

La certezza è che è escluso chi ha già fatto il tampone nasofaringeo. Per il resto Ats lunedì ha comunicato che la priorità sarebbe andata «agli operatori sanitari e sociosanitari». Martedì (e lo ha ribadito ieri) l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera ha invece parlato di precedenza per «i cittadini ancora in quarantena fiduciaria; soggetti sintomatici, con quadri simil influenzali, senza sintomi da almeno 14/21 giorni segnalati dai medici di medicina generale alle Ats; i contatti di casi accertati (asintomatici o con sintomi lievi), identificati dalle Ats». Dichiarazioni che hanno disorientato (ed è un eufemismo) lo stesso personale medico e infermieristico (coinvolto anche perché dovrà pure somministrare i test), già mandato in prima linea senza adeguati dispositivi di sicurezza allo scoppio della pandemia. In serata la precisazione dalla Regione: «Una categoria non esclude l’altra; procederemo sui due binari contemporaneamente, testando sia gli operatori sanitari sia i cittadini sintomatici». Lo stesso direttore di Ats Bergamo Massimo Giupponi conferma i «gruppi misti»: «Si parte insieme dagli operatori sanitari e dal territorio, per quest’ultimo con due criteri: chiameremo i pazienti che hanno fatto il Covid a casa (senza tampone), segnalati dai medici di medicina generale; e chi è entrato in contatto con dei positivi, i cui nominativi sono già stati “mappati” dal Dipartimento di prevenzione medica dell’Ats».

«Gli esami ematici per l’esecuzione dei test sierologici sono partiti nei centri prelievi delle province di Bergamo, Brescia, Cremona Lodi. Tutto si è svolto regolarmente, con gruppi ordinati e cittadini soddisfatti. Alle strutture attive da giovedì si aggiungono venerdì quelle di Crema e Montichiari. Andremo a scoprire quali cittadini hanno già sviluppato anticorpi neutralizzanti contro il Covid-19» ha detto l’assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera.

«Continuano intanto le chiamate da parte delle Ats ai cittadini che rispondono ai requisiti richiesti per questa prima fase, in base alle proprie banche dati - ha spiegato Gallera - alle quali si aggiungono le segnalazioni da parte degli MMG per i propri assistiti. Stiamo definendo anche il calendario e le forniture dei kit di prelievo per l’avvio delle analisi nelle altre province lombarde che partirà il 29 aprile prossimo» spiega Gallera.

Si ricorda che, per iniziare, i test vengono proposti a chi risponde ai seguenti requisiti:
- i cittadini ancora in quarantena fiduciaria
- i soggetti sintomatici, con quadri simil influenzali, senza sintomi da almeno 14/21 giorni segnalati dai Medici di Medicina Generale alle Ats
- i contatti di casi asintomatici o con sintomi lievi, identificati dalle Ats a seguito dell’indagine epidemiologica già prevista, ma senza l’effettuazione del tampone nasofaringeo per ricerca di SARS-CoV-2, anch’essi ancora in quarantena fiduciaria.

Dove e quando

I soggetti individuati verranno contattati di giorno in giorno, in questa fase di partenza con tempi stretti. È direttamente l’Ats a chiamarli con una telefonata (sulla base degli elenchi citati prima, forniti dai medici di famiglia o interni). Le persone avvisate ieri pomeriggio, ad esempio, devono presentarsi stamattina (nella sede e all’orario fissati); le persone che saranno chiamate oggi pomeriggio dovranno presentarsi domani mattina e così via. Due i centri prelievi dove dovranno recarsi oggi e domani: all’ospedale di Alzano (con un accesso apposito) e al poliambulatorio di via Roma a Nembro.

La raccomandazione è di seguire le indicazioni, per evitare affollamenti. Gli stessi pazienti saranno poi ricontattati quando saranno disponibili i risultati. Il test non è obbligatorio, ma su base volontaria.

I numeri

«Oggi e domani partiremo con circa 200-300 persone al giorno – spiega il direttore Giupponi – anche per rodare la macchina organizzativa». L’obiettivo è arrivare a qualche migliaio di test al giorno: la stima, in tutto per la Bergamasca, è di 30-40 mila.

Dalla prossima settimana i test verranno estesi a tutta la provincia. Intanto anche i laboratori si stanno attrezzando per le analisi, e per l’eventualità di dover lavorare sulle 24 ore, vista la quantità dei campioni. La macchina per l’indagine epidemiologica è partita, ma va precisato che il test non dà nessuna «patente di immunità». Il test sierologico , infatti, individua gli anticorpi che indicano se la persona è entrata in contatto col virus ma non si sa se questi anticorpi danno immunità al virus e per quanto tempo. Solo il tampone è in grado di dire se si è ancora contagiosi o meno.

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