Piario, due mesi per sapere
se nelle salme c’era troppo Valium

Si snoderà tutto sulle quantità - se saranno riscontrate - dei residui di molecole farmacologiche trovate nei corpi dei cinque pazienti riesumati e sottoposti ad autopsia lunedì 15 febbraio a Piario il futuro dell’inchiesta sulle morti sospette nel reparto di Medicina dell’ospedale Locatelli.

Da martedì 16 i campioni di organi, tessuti e capelli che ieri l’équipe incaricata dalla Procura ha isolato e prelevato dalle salme saranno infatti analizzati nei laboratori del dipartimento e dell’istituto di Medicina legale di Brescia e Pavia. E ci vorranno almeno due mesi perché ai carabinieri di Clusone e alla Procura di Bergamo arrivino risultati completi. Forse un po’ prima si potrà almeno sapere - in linea di massima - se nei corpi sia stato trovato, o meno, un quantitativo eccessivo di Valium o di altri tranquillanti.

Anche perché proprio il quantitativo di farmaci somministrati ai pazienti è il nodo dell’inchiesta che vede come principale indagata l’infermiera Anna Rinelli (destinata ad altre mansioni già da inizio novembre, ma da allora in aspettativa non retribuita), che deve rispondere di omicidio preterintenzionale, e dieci suoi ex colleghi della Medicina del Locatelli, che devono rispondere del concorso colposo in omicidio preterintenzionale: la caposala Paola Bosio, il primario Sergio Lazzaroni e i medici Cesarina Bendotti, Santo Furneri, Elena Pezzali, Marino Lorenzi, Giosuè Ghilardi, Pasquale Maietta, Francesca Saltalamacchia ed Elisa Banfi.

I medici legali dovranno chiarire la presenza di quantitativi di molecole di farmaci, in particolare del Valium: sulla base dei loro riscontri la Procura deciderà infatti se procedere con ulteriori riesumazioni e relative autopsie di salme, oppure no. Ieri dunque è stata una giornata cruciale per l’inchiesta dal punto di vista tecnico-operativo, con una tabella di marcia piuttosto serrata tra estumulazioni e relative autopsie, avvenuta una in seguito all’altra.

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