Rischio idrogeologico per 188 comuni
«Prevenzione, serve nuova mentalità»

Prevenzione e cambio di mentalità come momenti fondamentali per arginare il dissesto idrogeologico che caratterizza il suolo italiano, quindi anche la Bergamasca. Prevenzione che si dovrebbe attuare con il rispetto delle leggi, che in materia non mancano, e cambio di mentalità da parte degli amministratori perché è risaputo, come ha accennato Alberto Bigoni, sindaco di Ardesio, «che le prevenzione territoriale non porta voti , a differenza degli interventi post disastro». Di questo si è discusso mercoledì sera, 27 gennaio, nella sala consiliare di Ardesio.

All’incontro, titolato «Ma che disastro» hanno partecipato una settantina tra architetti e ingegneri, amministratori comunali e numerosi volontari della squadra della Protezione civile della Croce Blu di Gromo, con il responsabile Valerio Zucchelli e il presidente Battista Santus. Dopo il saluto del sindaco Bigoni, che ha sottolineato la fragilità del territorio bergamasco e seriano, ringraziando il Bim per il sostegno all’iniziativa , il professor Renato Romano, del Centro di Etica Ambientale, ha esordito con la domanda: «Cosa si intende per disastro?». «Un evento – ha detto – che coinvolge ambienti ed essere umani che lo vivono». Il relatore ha quindi proiettato alcune diapositive di disegni di bambini su come vedono un disastro ambientale e un filmato sul quello del 5 novembre scorso che ha interessato il bacino del Rio Toce, nel Sud- Este del Brasile.

Ha quindi sottolineato come in Italia siano a rischio ambientale ben 8.096 comuni, il 70% dei quali soggetti a rischio medio alto, elencando quindi una serie di disastri ambientali cui il suolo italiano ha registrato via via negli anni (frane e alluvioni) e che hanno causato morti e distruzione. Dopo una carrellata sulle normative italiane in materia di rispetto ambientale - a partire da quella di Bendetto Croce del 1922, ad oggi, i richiami della Costituzione in materia di ambiente , così come le norme europee - Romano ha chiarito come per paesaggio si intenda

«Il luogo dell’abitare, di cui prendersi cura con il rispetto delle leggi che prevedono la sua salvaguardia, la sua oculata gestione e la pianificazione degli interventi. Paesaggio, quindi , come elemento culturale che riguarda il territorio e tutte le attività umane che vi si svolgono, nessuna esclusa». Dopo di lui il responsabile della Ster regionale per la Provincia di Bergamo, ingegner Claudio Merati, ha sottolineato come il territorio bergamasco – montagna, collina e pianura - sia vulnerabile, fattore che va aumentando anche a seguito dei cambiamenti climatici in atto. «Sono a rischio – ha affermato – 188 comuni. Le cause? La conformazione del territorio, l’eccessiva urbanizzazione anche in zone a rischio, l’abbandono della montagna e della collina, la mancata manutenzione del reticolo fluviale, la caduta di valanghe, la tropicizzazione in atto. Tutti fattori che , negli ultimi anni, hanno causato frane ed eventi alluvionali con le conseguenze a tutti note».

Merati ha infine elencato alcune peculiarità, onde scongiurare frane e alluvioni, relative al corretto uso del territorio. Tra queste il monitoraggio costante delle zone a rischio, la pulitura dell’alveo dei corsi d’acqua , il rispetto delle norme vigenti in materia di urbanizzazione, la valorizzazione del volontariato di Protezione civile. «Il tutto – ha concluso -per il bene di chi vive il territorio, contro gli interessi personali di chi intende utilizzarlo in modo non dovuto».

Ultimo relatore della serata il geologo Amadio Poloni, della Comunità Montana valle Seriana. Con la proiezione di diapositive ha illustrato i tanti interventi che l’Ente Comunitario sta attuando in valle Seriana, con fondi propri,regionali e del Bim, sia per tamponare emergenze, ma soprattutto per prevenire futuri disastri ambientali. Con l’intervento del sindaco di Cene Sergio Valoti che ha dichiarato come, a suo avviso, il titolo dato all’incontro, sia inopportuno ed esagerato in quanto la valle Seriana ha sempre operato nel rispetto territoriale, la riunione si è conclusa. Il confronto è stato proposto dal Centro di Etica Ambientale in collaborazione con il Bim dei fiumi Brembo, Serio e Lago di Como, così come dell’Ordine degli ingegneri della provincia di Bergamo. Prossimi incontri sull’argomento giovedì 28 gennaio a San Giovanni Bianco e il 24 febbraio ad Alzano Lombardo.

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