La magia dei vigneti
sul lago di Ginevra

Da non perdere lo spettacolo che il regista Daniele Finzi Pasca ha immaginato per la dodicesima Fête des Vignerons, che si svolgerà nell’arena di Vevey dal 18 luglio all’11 agosto: un evento che si ripete una volta ogni 20 anni.

Il nonno prende per mano la piccola Julie, una bimba minuta con i capelli raccolti in una lunga coda di cavallo, e la porta a guardare la vendemmia nei vigneti terrazzati del cantone di Lavaux, patrimonio dell’Unesco. Incomincia così lo spettacolo che il regista Daniele Finzi Pasca ha immaginato per la dodicesima Fête des Vignerons, che si svolgerà nell’arena di Vevey dal 18 luglio all’11 agosto. Non è un’occasione qualunque, ma una grande magia che si ripete ogni vent’anni, una volta per ogni generazione, e coinvolge interamente questa cittadina affacciata sul lago di Ginevra.

Sono oltre seimila i figuranti che saliranno sul palcoscenico su 18 mila abitanti, altrettanti i costumi dai colori sgargianti preparati dal team di Giovanna Buzzi. E molte di più le persone coinvolte nell’organizzazione di un evento - iscritto dal 2016 nella lista Unesco come patrimonio immateriale dall’Umanità - che porterà nella zona, secondo le previsioni, oltre un milione di visitatori. Il «New York Times» l’ha inserita nella lista degli appuntamenti da non perdere del 2019. Il filo conduttore è il lavoro dei vignaioli, perché la festa è dedicata a loro: nel Lavaux ci sono 286 ettari di vigneti che fanno capo a 64 proprietà diverse e sono divisi in 600 parcelle, con 1800 vignaioli. Un lavoro tradizionalmente maschile, ma i tempi cambiano: per circa il 30 per cento oggi a coltivare sono donne, alcune delle quali fanno parte anche del consiglio della Confraternita dei vignaioli, un organismo che svolge regolari controlli di qualità sulla produzione locale, assegna premi ai migliori (e in particolare al “re” della Fête e agli altri 5 viticoltori coronati) e fra gli altri compiti ha anche quello di organizzare questo incontro, che ha un altissimo valore culturale e sociale: è l’espressione viva di una lunga tradizione, di un territorio, di un’identità, di una comunità. Ne copre anche i costi, pari per questa edizione a quasi 100 milioni di franchi, senza sostegni statali.

Uno spettacolo articolato, con i suoi rituali, complesso come una cerimonia olimpica, composto da venti quadri, con video proiettati su giganteschi schermi led, musica sinfonica in parte registrata ma soprattutto eseguita dal vivo. Daniele Finzi Pasca è un regista noto e molto apprezzato dal pubblico bergamasco, tornerà in città nella prossima stagione teatrale con «Icaro», uno dei suoi cavalli di battaglia. Sta lavorando al progetto della Fête con la sua compagnia dal 2012, quando ancora al suo fianco c’era la moglie Julie Hamelin, che ha messo a punto con lui l’idea dello spettacolo prima della morte, nel 2016: non è un caso se la protagonista porta il suo nome. Ci vogliono anni per mettere a punto una produzione così impegnativa. Ci sono elementi che tornano in ogni edizione, gli «imperdibili», come «Le Ranz des vaches»: «È un antico canto – racconta Maria Bonzanigo, compositrice principale della Compagnia Finzi Pasca e responsabile delle musiche –, dai toni sentimentali e malinconici, pieno di struggente nostalgia. Quest’anno sarà interpretato da 11 tenori, selezionati con un attento casting. In scena ci sono quasi mille coristi: il coro della Fête, i 36 cori delle Alpi, 150 voci bianche, una banda di 107 musicisti, 300 percussionisti, una big band». C’è sempre una scena dedicata alle nozze, c’è la presenza fissa di alcune figure, come gli armaillis, tipici pastori delle Alpi friburghesi, la Guardia dei Cento, la Truppa d’onore, «La Saint Martin», la fiera autunnale. Ci sono anche gli animali, comprese 40 mucche scelte tra le più belle, diversi canti tradizionali. «Ma ognuno di questi elementi – sottolinea Finzi Pasca – può essere reinventato e reinterpretato. Nel mettere a punto ogni numero abbiamo quindi potuto mantenere lo stile che caratterizza la nostra compagnia teatrale», con un tocco speciale di sogno e poesia.

Il Lavaux come il Ticino, dove vive Finzi Pasca, è un territorio di passaggio, punto d’incontro di molte culture e tradizioni, che si fondono per diventare ricchezza comune. Tutti questi ingredienti si trasformano in energia vibrante nello spettacolo, popolato da personaggi fantastici, di forte impatto estetico: compaiono carte animate in fuga dal Paese delle meraviglie, giganteschi pesci dai colori vivaci, cavalli, ballerine avvolte in abiti di seta fiammeggiante. Ogni sera fino al debutto si svolgono le prove, a cui la popolazione partecipa con entusiasmo. Tutt’intorno c’è un territorio da scoprire: il lago, da esplorare in battello, affascinanti percorsi ciclabili, castelli come quello di Chillon, dove Lord Byron ha trascorso un periodo di prigionia, musei come il «Chaplin’s World», dove si possono ripercorrere la vita e i film di Charlie Chaplin in un suggestivo percorso multimediale. Si può arrivare a Vevey comodamente in treno in circa tre ore da Milano Centrale. In Svizzera ci si sposta facilmente con treni e autobus, grazie allo «Swiss pass», con una tariffa forfettaria che comprende tutti i mezzi di trasporto.Biglietti per lo spettacolo da 79 a 299 chf su fetedesvignerons.ch/en ; per partecipare alla Fête sono a disposizione anche pacchetti speciali con biglietto per lo spettacolo e pernottamento (info e prenotazioni su hotel-Vevey.ch e hotelfevi19.ch.

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