L’Aido compie 50 anni: delegazione orobica in Piazza San Pietro - Foto

Ci sono due date scolpite nella storia della donazione degli organi in Italia: una è quella del 26 febbraio 1973. Esattamente 50 anni fa nasceva a Bergamo l’Aido (l’Associazione italiana per la donazione di organi, tessuti e cellule) che domenica ha festeggiato il traguardo del mezzo secolo di vita a Roma, in Piazza San Pietro, col saluto di Papa Francesco.

«Accolgo l’Associazione Italiana domatori d’organi che celebra il 50° di fondazione. Vi ringrazio per il vostro impegno di solidarietà sociale e vi esorto a continuare a promuovere la vita attraverso la donazione degli organi». Con queste parole pronunciate domenica 26 febbraio durante il tradizionale Angelus domenicale, Papa Francesco ha salutato gli oltre 500 iscritti all’Aido arrivati in piazza San Pietro da tutta Italia in occasione del 50esimo del sodalizio che si è celebrato proprio nella giornata.

Fra loro anche una delegazione bergamasca composta da una sessantina di persone provenienti da Alzano Lombardo, Bagnatica, Brembate sotto Cassiglio, Comun Nuovo, Entratico e Grassobbio, partiti in pullman sabato mattina. Un’opportunità offerta da Aido nazionale e regionale che hanno finanziato il viaggio.

L’anniversario

Il 26 febbraio 1973 è quindi una data storica per l’Aido. Quel giorno di cinquant’anni fa, in una sala conferenze al Monterosso, si trasformò in «Aido» la «Dob» (Donatori organi Bergamo), nata il 14 novembre 1971 dall’intuizione di Giorgio Brumat, un informatore scientifico che dopo aver visto tra le corsie degli Ospedali Riuniti di Bergamo e di tante altre strutture del Nord Italia migliaia di bambini attaccati a una flebo, ebbe la «sfrontatezza», grazie al sostegno di alcuni medici illuminati, di sfidare il pensiero comune di quegli anni, secondo cui non sarebbe mai stato possibile trapiantare un organo di una persona deceduta nel corpo di un vivente per guarirlo dalla sua malattia. Ebbe inizio così una storia intensa e meravigliosa, quella dei volontari dell’Aido, che oggi sono circa 8mila in tutto il Paese e che hanno convinto, uno a uno, quasi un milione e mezzo di italiani a fare quella «scelta consapevole» destinata a salvare decine di migliaia di vite.Una storia che s’intreccia con quella dei trapianti, di cui, non a caso, l’ospedale di Bergamo è ancora oggi un centro d’eccellenza.

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