La povertà non ha un solo volto. Spesso si nasconde dietro un'apparente normalità, altre volte si mostra apertamente, figlia di disagi più profondi: le dipendenze, la malattia psichiatrica, la solitudine. Per affrontarla, il primo passo è sempre l'ascolto. Ogni giorno, al centro Caritas, una ventina di persone si rivolgono agli educatori e agli psicologi per trovare sostegno e costruire percorsi personalizzati. Qui chi entra trova orecchie attente, ma anche gesti concreti: una colazione calda con tè e biscotti, la possibilità di una doccia e un cambio di indumenti grazie al servizio Zabulon, recentemente rinnovato.Le storie sono diverse, come diverse sono le fragilità. C'è chi ha perso il lavoro, chi lotta con una dipendenza, chi semplicemente non riesce più a sostenere il peso della vita quotidiana. Non mancano i momenti di tensione, inevitabili quando la sofferenza si intreccia con la rabbia o la paura.Per chi lavora nel sociale, la sfida è grande: guardare alla povertà senza pregiudizi, con empatia e rispetto, ma senza mai giustificare la violenza o l'aggressività. Perché dietro ogni fragilità c'è una persona, e ogni persona ha diritto di essere ascoltata.Il servizio di Paola Abrate
La povertà non ha un solo volto. Spesso si nasconde dietro un'apparente normalità, altre volte si mostra apertamente, figlia di disagi più profondi: le dipendenze, la malattia psichiatrica, la solitudine. Per affrontarla, il primo passo è sempre l'ascolto. Ogni giorno, al centro Caritas, una ventina di persone si rivolgono agli educatori e agli psicologi per trovare sostegno e costruire percorsi personalizzati. Qui chi entra trova orecchie attente, ma anche gesti concreti: una colazione calda con tè e biscotti, la possibilità di una doccia e un cambio di indumenti grazie al servizio Zabulon, recentemente rinnovato.Le storie sono diverse, come diverse sono le fragilità. C'è chi ha perso il lavoro, chi lotta con una dipendenza, chi semplicemente non riesce più a sostenere il peso della vita quotidiana. Non mancano i momenti di tensione, inevitabili quando la sofferenza si intreccia con la rabbia o la paura.Per chi lavora nel sociale, la sfida è grande: guardare alla povertà senza pregiudizi, con empatia e rispetto, ma senza mai giustificare la violenza o l'aggressività. Perché dietro ogni fragilità c'è una persona, e ogni persona ha diritto di essere ascoltata.Il servizio di Paola Abrate