Falsi medici e donazioni fantasma
Tentata truffa a un padre priore

Una vecchia e malata zia, un assegno circolare da 8.000 euro, un medico bergamasco e un signore svizzero-italiano con 80.000 euro in tasca, un altro medico, morto da pochi giorni: sono gli ingredienti, tutti rigorosamente fasulli, di un tentato raggiro al priore dei Domenicani di San Bartolomeo, padre Mario Marini. Priore che mercoledì 25 novembre si è trovato, per qualche ora, nel mirino di due truffatori riuscendo però, all’ultimo momento, a fiutare l’inganno e a lasciare a mani vuote i malintenzionati.

«Tutto è cominciato con una telefonata – racconta padre Marini – nella quale un uomo, qualificatosi poi come medico, mi ha raccontato di essere il nipote di una signora che frequenta la nostra chiesa, un’anziana malata decisa a fare una donazione di 8.000 euro. Ha detto anche di avere già in tasca un assegno circolare da consegnarmi e mi ha chiesto se potevo, però, andare a fare una visita all’anziana zia, per amministrarle l’unzione dei malati. Naturalmente ho detto di sì e ci siamo dati appuntamento verso le 14 davanti alla Clinica Castelli».

Padre Mario è andato all’appuntamento subito dopo il pranzo e dopo aver avvisato i confratelli. Ci è andato a piedi e, quando è stato sul luogo dell’appuntamento, si è visto avvicinare da un signore che, in un misto di francese e di italiano, chiedeva informazioni. «Mi domandava di un centro medico... non si capiva bene. Comunque – racconta il Priore – mentre parlavamo si è avvicinato l’uomo con il quale avevo appuntamento, che mi ha chiamato per nome ed è intervenuto nel dialogo con lo straniero. "Forse vuole il centro medico per stranieri", ha detto. "Ma adesso è in Città Alta".... E poi ha aggiunto: "Se vuole, visto che dobbiamo andare anche noi in Città Alta, le diamo un passaggio in auto. Che ne dice padre? Le dispiace?", ha poi aggiunto rivolto a me».

In breve i due uomini e padre Mario sono saliti sull’auto del sedicente medico. Ma dopo poco, parlando ancora con lo straniero, emerge che questi non cercava il centro medico, ma un medico, un certo Martinelli. «L’uomo a quel punto – continua il racconto del Priore – ha fermato l’auto e si è offerto di tornare indietro, nel suo studio, per verificare chi e dove fosse questo dottor Martinelli. Siamo tornati in via Mazzini e qui il sedicente medico è sceso, per andare, a suo dire, nello studio a controllare. Dopo poco è tornato con una "brutta notizia": Martinelli era morto da pochi giorni. Nel frattempo, lo straniero mi aveva spiegato di essere italo-svizzero e che Martinelli aveva curato il suo papà ultraottantenne. Per questo, fidandosi di lui, voleva fargli una donazione di 80 mila euro, perché avrebbe saputo a sua volta donare a chi ne aveva bisogno».

La morte del dottor Martinelli cambia lo scenario: come fare a far la donazione? A chi rivolgersi? Chi può dare garanzie della buona destinazione dei soldi? E qui i due truffatori cercano di stringere il cerchio: può – chiedono – il padre Marini fare da garante dell’operazione? «Posso fare una ricevuta», dice il Priore. «Possiamo chiedere a un notaio», dicono i due uomini. E il sedicente medico telefona subito – così dice – al «notaio della Curia» che, al telefono, solleva una serie di obiezioni.

«Quando mi parla di problemi anche per una possibile tassazione del 36% alla donazione, comincio a insospettirmi sul serio», racconta ancora padre Mario, che nel frattempo aveva cercato anche di chiamare un amico notaio. «Capisco che qualcosa non va – continua – ma faccio finta di niente, anche perché mi trovavo solo, in auto con due uomini che potevano avere chissà quali intenzioni. Reggo la situazione e quando mi prospettano di andare dal notaio con una somma, magari 40 mila euro, prelevata in banca per mostrare di non aver bisogno di soldi e di poter quindi ricevere la donazione per dare ai poveri, il gioco mi è chiaro».

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