Moschea, Bruni attacca Tentorio
«Fatica a riconoscere un diritto»

Il giorno dopo il via libera al Pgt, la moschea torna a far discutere. E non sarà il referendum svizzero sui minareti diventato ormai un caso anche in Italia, ma nel suo piccolo pure la riduzione della superficie del Centro servizi al confine tra Bergamo e Orio al Serio, dove la stessa moschea nelle previsioni del centrosinistra avrebbe dovuto trovare posto, rischia di animare - e non poco - la scena politica.

A tornare sull’argomento sono proprio le opposizioni, per voce del loro capogruppo Roberto Bruni che, a bocce ferme, non punta il dito solo sulla modifica al Piano di governo del territorio, ma anche e soprattutto sul mancato sostegno offerto dalla maggioranza all’ordine del giorno collegato con cui, nella sostanza, si invitava la Giunta a trovare un’alternativa, impegnando la Giunta «a mettere in atto le scelte amministrative necessarie per garantire alle minoranze religiose presenti a Bergamo spazi adeguati sotto il profilo dimensionale e qualitativo» e «consentire il libero esercizio delle diverse pratiche religiose».

«Non bastano le affermazioni di principio - ribadisce Roberto Bruni - bisogna garantire che la libertà di professare una religione possa essere affermata nella pratica consentendo la celebrazione dei riti a ciascuna confessione. Trovo inaccettabili le affermazioni rilasciate in Consiglio da Valerio Marabini che inducono a rispondere all’intolleranza con l’intolleranza. Sono inoltre stupito degli equilibrismi del sindaco Tentorio che invita a valutare le richieste caso per caso. Mentre i suoi slogan sono basati su ogni "sì" possibile e immaginabile, si fatica a riconoscere un diritto costituzionalmente garantito. Evidentemente la posizione della Lega all’interno della maggioranza pesa e non poco».

«Anche sul piano concreto - aggiunge il capogruppo dell’opposizione - le contraddizioni non mancano. Perché di fronte a una moschea localizzata in via Cenisio con tutti i disagi che conosciamo, si boccia la soluzione del Centro servizi senza offrire un’alternativa valida e, allo stesso tempo, si conferma l’attuale collocazione con l’approvazione di un parcheggio pubblico proprio in via Cenisio. Davvero sorprendente, così come sorprendente è l’assenza di distinguo di fronte a certe posizioni e in particolare a quelle di Marabini».

 Quali posizioni? Più o meno queste: «Non sono assolutamente contrario - aveva precisato l’altra sera il consigliere della Lista Tentorio a margine del Consiglio - alla professione e alla pratica da parte dei musulmani della loro religione; in questa fase di revanscismo islamico, credo sia però importante mandare agli stessi islamici un duplice avvertimento: integratevi e cioè praticate pure la vostra religione finché la stessa non confligge con la nostra civiltà cristiana e, nel contempo, garantite da questo punto di vista la reciprocità, oltre a condannare duramente ed esplicitamente le orrende violenze e i massacri a danno di chi vuol professare il cristianesimo».

Posizioni da cui il centrodestra non si è dissociato, ma che evidentemente qualche imbarazzo l’hanno creato. Non a caso dal sindaco Franco Tentorio sono arrivate parole decisamente meno forti: «Ritornare il giorno dopo su un tema già ampiamente discusso in Consiglio comunale - ha dichiarato martedì 1 dicembre - appare un tentativo di ricercare la polemica a tutti i costi, tentativo che su un tema così sensibile mi sembra fuori luogo. Nel merito ribadisco ovviamente il pieno e assoluto rispetto dell’amministrazione comunale nei confronti di tutte le religioni. Ritengo però inopportuno assumere preventivamente e acriticamente un impegno generalizzato per garantire "spazi adeguati sotto il profilo dimensionale e qualitativo" a qualsiasi richiedente come avrebbe preteso l’ordine del giorno del centrosinistra. Ogni caso andrà valutato singolarmente con la massima attenzione e disponibilità, dato che gli interessi dei gruppi religiosi vanno contemperati con quelli dell’intera cittadinanza».

E sul tema martedì è intervenuto anche il Centro culturale islamico: «La scelta dell’amministrazione Bruni di delocalizzare la moschea di Via Cenisio - scrive il vice presidente Mohamed Saleh - era stata fatta con l’intento di risolvere i problemi degli abitanti della zona e dei fedeli islamici; quella compiuta dall’attuale Giunta per nuovi parcheggi adiacenti alla stessa moschea è invece solo un ripiego, una soluzione forse valida per le auto ma non per le persone. Ma fino a qui nulla di grave perché chi governa ha il diritto-dovere di fare delle scelte nell’interesse della cittadinanza; la cosa che mi lascia sconcertato è il modo in cui è stata giustificata tale decisione. Alcuni membri della Giunta, improvvisamente, si scoprono "cristiani" per una manciata di voti».

«La priorità di entrambe le parti - conclude Saleh - deve essere l’impegno a fare di più: per promuovere la pacifica convivenza, per favorire l’integrazione, per sconfiggere il fanatismo, un risultato che si può ottenere solo con fatti concreti, nell’interesse dei cittadini, non del partito politico o della casta di appartenenza; non servono a nulla le dichiarazioni anti-razziste se non c’è un riscontro concreto. Siccome non chiediamo ciò che non ci spetta ma solo ciò che è possibile ottenere in quanto diritto di ogni cittadino, vorremmo che, senza discriminazioni né favoritismi, senza che altri si prendano carico di oneri che sono solo nostri, gli stessi diritti non ci venissero negati».

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