L'ultima cena da libero del boss
al ristorante Pesa di Ponte Selva

Un vero fulmine a ciel sereno per Parre. Il tranquillo, quasi sonnolento paesino della Valle Seriana, ospitava uno dei covi del boss mafioso Gaetano Fidanzati finito in manette nei giorni scorsi. Grande sorpresa soprattutto per i titolari del ristorante la Pesa di Ponte Selva che hanno riconosciuto il boss in televisione: «Ha cenato qui da noi venerdì sera e sabato l'abbiamo visto in tivù in manette. Non potevamo pensare chi fosse quel cliente».

La casa-covo di Fidanzati è una villetta con caratteristiche finestre ad arco piazzata tra la vegetazione del bosco e la provinciale che da Ponte Selva porta al centro di Parre. Via Libertà è infatti una strada di passaggio a pochi minuti dal centro, ma in quell'angolo si può stare tranquillamente lontani da occhi indiscreti. Non a caso fino a qualche anno fa una cortina di alberi faceva da schermo all'abitazione. La calma della zona è stata turbata lunedì attorno alle 20: sono arrivate tre auto dei carabinieri e due vetture con alcuni uomini dal volto travisato da passamontagna. Proprio queste persone hanno forzato il cancello della villetta, a cui si accede da una salita che parte dalla strada.

«Pioveva ed era buio – hanno raccontato alcuni vicini – abbiamo visto queste auto fermarsi in strada e poi un gran movimento attorno e dentro la villa. Si notavano le luci delle torce elettriche che perlustravano il giardino della villa e la boscaglia attorno». Qualche vicino incuriosito si è avvicinato ai carabinieri per avere delle spiegazioni: «Non preoccupatevi – è stata la risposta – è soltanto un normale accertamento». Alla fine delle operazioni pare che uno degli inquirenti si sia allontanato con uno scatolone pieno di materiale.

Il sindaco Francesco Ferrari si dice stupito: «Nessuno poteva immaginare che quella villa fosse il covo di un boss. Ho saputo del blitz dei carabinieri ma mi è stato detto che si trattava di un'operazione antidroga». La villetta misteriosa sarebbe stata costruita anni fa da un tassista milanese in pensione. «Qualche anno fa – raccontano i vicini – il pensionato si era sentito male in casa ed era stato portato via in ambulanza: di lui non abbiamo più avuto notizie. Tanto che si pensava che la villa fosse disabitata, invece proprio quest'estate abbiamo sentito delle voci che provenivano dal giardino. Non abbiamo sospettato nulla di strano: probabilmente il nuovo proprietario aveva deciso di affittare la villa».

Quando la notizia del covo è cominciata a circolare in paese, sono fioriti degli aneddoti circa la villa e i suoi occupanti. Ad esempio si racconta di un anziano che qualche anno fa si recava spesso a piedi dalla abitazione alla chiesa del paese per accendere un cero e forse dire una preghiera. E qualcuno ricorda nei bar della zona anche un giovane, che si riteneva fosse il figlio del nuovo proprietario. Il sindaco Ferrari ricorda un particolare che la dice lunga sulla scelta oculata per il rifugio: «La villetta era coperta da una folta vegetazione ed era sempre nascosta alla vista, si vedeva ben poco dalla strada sottostante. Ricordo a questo proposito che nel 2008 ho fatto ordinanza per tagliare le piante attorno alla recinzione perché erano pericolose e rischiavano finire sulla strada sottostante con gravi conseguenze. In quell'occasione era venuta in Comune una signora per chiedere delle informazioni sul boscaiolo da chiamare per effettuare l'intervento».

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