Cittadini & Consumatori: «Consorzio
di bonifica: a chi serve mantenerlo?»

«Consorzio di bonifica: a chi serve mantenerlo?». È la domanda che si pongono Umberto Dolci e Pietro Roberti, consiglieri eletti nella lista Cittadini & Consumatori. «Periodicamente - scrivono - si risolleva la questione Consorzio si-Consorzio no. Le forze politiche sembra non sappiano cosa fare e, a seconda dell’aria che tira e dei propri interessi, cambiano idea sulla sorte di questi enti; tanto impopolari quanto ambiti posti di potere».

«A Bergamo - continuano - ci si dovrebbe ricordare che i leghisti per primi contestarono l’utilità del Consorzio di Bonifica della Media Pianura Bergamasca. I medesimi, dopo avere per un lungo periodo sostenuto la necessità di eliminare questo Ente dichiarato inutile, una volta raggiunte le posizioni che consentirebbero loro di fare quanto auspicato (sono al comando di Comune, Provincia, Regione e Governo) non fanno seguire alle parole i fatti. Bel segno di coerenza e di rispetto nei confronti dei cittadini, proprietari di immobili, che continuano ad essere soggetti a una tassa di cui non si riesce a dare giustificazione».

«Chi scrive - aggiungono Dolci e Roberti - è da tre anni nel Consiglio di Amministrazione del Consorzio di Bonifica bergamasco. Eletti da una piccola parte di consorziati (comunque rappresentanti della stragrande maggioranza di chi paga il fastidioso balzello), da sempre, pubblicamente e tutt’ora favorevoli alla soppressione dei Consorzi di Bonifica, possiamo ribadire che le funzioni svolte dall’Ente potrebbero, e soprattutto “dovrebbero” essere svolte da chi istituzionalmente deve garantire la protezione del territorio dai rischi idrogeologici. In particolare ci riferiamo alla Regione Lombardia, la quale ha gli strumenti e le conoscenze necessarie per svolgere il delicato e importante compito».

«In subordine si potrebbero assegnare le medesime funzioni alla Provincia con evidenti risparmi. Si otterrebbero: ottimizzazione degli interventi; eliminazione di sovrastrutture quali il Consiglio di Amministrazione; il risparmio di una sede dedicata unicamente all’Ente; minore ridondanza di dirigenti; maggiore forza contrattuale negli appalti; eliminazione dei costi di esazione dei tributi. Naturalmente per eliminare i costi di esazione dei tributi occorre entrare nell’ottica che il prezzo da pagare per la tutela del territorio va imputato alla generalità dei contribuenti e i soldi necessari attinti dalla fiscalità generale».

«Discorso a parte - viene aggiunto nell'intervento - può essere fatto per le attività consortili che comportano la garanzia del servizio di irrigazione rivolto al mondo agricolo. Troppo semplice? A noi sembrerebbe un intervento utile e necessario, atto a ridurre i costi della politica e a rendere giustizia ai contribuenti. Di fronte al manifesto malumore che monta, la Regione Lombardia sta cercando di soffocarlo con l’applicazione di palliativi che non risolveranno il problema ma, semplicemente, la maschereranno: per fini evidentemente preelettorali. Dopo avere fatto spendere soldi per la rielaborazione dei “Piani di Classifica” che, stante i tempi burocratici non potranno essere esecutivi prima del 2011/2012, hanno in progetto di ridurre il numero dei Consorzi unificando alcuni degli esistenti tra di loro (vanificando il lavoro e le spese sostenute per progettare i nuovi Piani di Classifica)».

«Come spesso succede - concludono - coloro che dovrebbero assumersi la responsabilità, i Politici che dettano le Leggi, sapendo che questa operazione di facciata troverà ancora contraria l’opinione pubblica, stanno forzando la mano ai Presidenti dei Consorzi Lombardi perché siano loro (e gli attuali Consigli di Amministrazione) a “proporre” l’ennesimo pateracchio. Noi riteniamo che i Contribuenti/Consorziati per primi debbano sapere cosa sta succedendo e ne chiedano conto a coloro che sono stati eletti per amministrare la cosa pubblica».

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