Si è spento Antonio Rodari
Principe del foro di Bergamo

Si è spento sabato 9 gennaio nella sua abitazione di Capriate San Gervasio l’avvocato Antonio Rodari, meglio conosciuto come Nino: a stroncarlo, nelle prime ore del mattino all’età di 88 anni, un improvviso infarto. La notizia ha subito raggiunto parenti ed amici, suscitando profondo cordoglio. Nato a Lovere il 26 luglio 1921, Nino Rodari si era trovato nella sua giovinezza subito a dover affrontare l’asprezza e le difficoltà della vita: ancora studente si era trovato a dover fronteggiare l’uccisione del padre durante una rapina.

Un episodio che, come lui stesso aveva più volte ricordato, lo aveva molto segnato, spronandolo a dare il meglio si sè. A quindici anni si era trasferito a Bergamo per proseguire gli studi, interrotti nel 1940 a causa della guerra. Nel 1946 aveva ripreso quindi i suoi studi, diventando rapidamente avvocato, tanto che la sua iscrizione all’Albo degli avvocati risale al 1947: lo studio lo aveva aperto in via Brigata Lupi, e fin dai primi tempi si era conquistato la fama di essere uno dei principi del foro bergamasco e lombardo.

Delle sue tante esperienze professionali una in particolare gli era rimasta impressa: quella di difensore dei pastori bergamaschi, soprattutto per il reato (ormai scomparso o quasi) di abigeato, e cioè furto di bestiame. Numerosi poi anche i grandi processi che, negli anni di piombo, lo vedono protagonista nelle aule di Tribunale: conosce molti politici, e molti terroristi. La carriera forense lo aveva portato fin dal 1948 ad entrare nel Consiglio dell’Ordine degli avvocati, di cui sarebbe poi diventato anche presidente per diversi mandati consecutivi a partire dal 1977.

Nel frattempo anche la sua vita personale si evolve: nel 1957 sposa l’austriaca Ingrid Hasenauer, da cui ha i figli Antonella e Luigi, quindi dopo il divorzio, circa trent’anni fa, comincia la sua vita accanto alla contessa Maria Luisa Colleoni. Nella sua vita Nino Rodari non ha però trascurato tutte le sue altre grandi passioni: gli interessi culturali, quelli sportivi e la politica. Era stato tra i fondatori e presidente dell’Aido (Associazione Italiana Donatori di Organi), consigliere comunale e capogruppo Liberale a Bergamo dal ’62 al ’68. Delegato provinciale della Federazione Motociclistica Italiana nel 1950, come consigliere del Moto Club Bergamo aveva tra l’altro contribuito a portare a livello nazionale il motociclismo bergamasco. Appassionato sciatore, membro dell’Associazione Amici dell’Università, consigliere dell’Atalanta con Bortolotti, presidente dell’Associazione Amici della Carrara, e ancora presidente della sezione bergamasca della Camera Penale, per ricordare solo alcune delle sue esperienze. La data dei funerali non è ancora stata fissata. T.T.
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