Il messaggio del vescovo: «L'Ora
di religione passione per la verità»

Pubblichiamo il messaggio del vescovo di Bergamo, monsignor Francesco Beschi, per la Giornata di sensibilizzazione sull'insegnamento della religione cattolica: la giornata è in programma domenica 17 gennaio.

«Carissimi, è con vivo piacere che faccio mia la bella consuetudine del vescovo Roberto di comunicare con voi – cari studenti, genitori, educatori tutti – per condividere riflessioni e convinzionisulla straordinaria avventura che si può vivere nella scuola quando al centro dell'azione educativa c'è l'uomo.

Mi unisco all'autorevole coro di voci che da più parti – e sempre più insistentemente – richiamano la necessità e l'urgenza di una rinnovata sensibilità educativa come impegno prioritario del nostro tempo.
«L'educazione è una questione di esperienza: è un'arte e non un insieme di tecniche e chiama in causa il soggetto, di cui va risvegliata la libertà», hanno di recente scritto i vescovi italiani.

Nessuno può delegare ad altri la responsabilità educativa: in qualsiasi ambito di vita – famiglia, scuola, lavoro, parrocchia, oratorio, tempo libero, istituzioni civili, volontariato... – tutti sono chiamati in prima persona ad avere questa consapevolezza e a dare questo preciso indirizzo all'agire quotidiano.

Riprendo qui l'immagine con la quale nella «Lettera alle famiglie» dello scorso agosto vi dicevo: «Oggi per mangiare il pane buono e nutriente del Vangelo dobbiamo disporci alla fatica di macinare il buon grano della Parola e della Grazia, consapevoli che la farina macinata dai secoli si è esaurita nella madia del tempo...». Allo stesso modo i grandi valori, patrimonio dei popoli e dell'umanità, non passano automaticamente alle nuove generazioni, ma vanno fatti nostri e rinnovati, vissuti, testimoniati e proposti attraverso un'opera paziente e una, spesso sofferta, scelta personale.

Sappiamo bene che non basta alla maturazione e alla formazione della persona memorizzare informazioni e incamerare conoscenze da restituire a tempo debito, a chi di dovere e nei modi giusti. Occorre invece che insegnanti e ragazzi camminino insieme, alla ricerca delle verità profonde nascoste nelle pieghe della storia, nelle sfide della scienza, nello sviluppo del pensiero umano, nell'intrecciarsi delle discipline.

Così la scuola diventa il mondo, un banco di prova non artificioso, dove i giovani possono sentirsi a casa, accompagnati con premura nella costruzione del senso critico e nell'apertura ai problemi dell'esistenza. Allora il sapere prende vita.

In una scuola così orientata anche l'insegnamento della religione cattolica non è un corpo estraneo, qualcosa di aggiuntivo o di marginale rispetto alle altre discipline, ma risulta essere un'occasione privilegiata per la costruzione della propria identità, in un confronto sereno con se stessi e con i propri interrogativi esistenziali, in una rete di relazioni paritarie guidate verso la scoperta dei valori fondamentali.

Mi piace pensare a quest'insegnamento come ad un laboratorio attivo, dove la curiosità innata dei ragazzi possa diventare fucina di idee, passione per la verità, trampolino per conquiste interiori.

Un laboratorio che apre la possibilità di rispecchiarsi nella storia della nostra terra, della nostra gente, per trovarvi tratti familiari e conosciuti, che sono nostri, che ci appartengono perché la storia siamo noi. Ignorare o tagliare le nostre radici cristiane è come non permettere che la linfa vitale arrivi ai rami di una pianta, è come impoverire il nostro patrimonio genetico mettendo a rischio il futuro.

Il profondo rispetto della persona su cui si fonda l'insegnamento della religione cattolica, mentre prepara a scelte responsabili, apre alla percezione della vita come dono, al mistero che sfugge ai calcoli umani, alla speranza che supera la morte. Può essere davvero coinvolgente confrontarsi con esperienze religiose diverse che si intersecano ed arricchiscono, incontrare coraggiosi testimoni della fede, interpretare segni e gesti capaci di mettere in relazione con il trascendente. Per questi ed altri validi motivi raccomando a tutti voi di aderire all'insegnamento della religione e di sostenerlo con forza.

Tanti sensibili e aggiornati insegnanti – laici e sacerdoti – in ogni grado e ordine di scuola si dedicano con impegno ad accompagnare le giovani generazioni nella scoperta dei valori eterni e intramontabili annunciati dal Vangelo. Solo credendo in essi e vivendoli questo nostro mondo che cambia potrà continuare ad essere una casa vivibile con tante finestre spalancate verso un orizzonte che va oltre la storia degli uomini».


mons. Francesco Beschi

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