Il caso: se il il volantino ultrà
passa al vaglio del consigliere

Il comunicato che attacca il questore Matteo Turillo, diffuso dalla curva Nord a seguito delle contestazioni di martedì sera degli ultrà fuori dalla questura, è anonimo e arriva dall'indirizzo di posta elettronica «sostienilacurva». Ma se per sbaglio capita di aprire sul computer le proprietà del file di testo, nella casella «autore» compare il nome di Daniele Belotti, fiancheggiatore della stessa curva atalantina, consigliere regionale della Lega Nord e presidente della Commissione formazione professionale, cultura e sport della Regione Lombardia.

Lecito il dubbio: che l'abbia scritto lui? «Assolutamente no – risponde –. Il mio nome compare nel campo autore, ma è solo perché l'ho corretto. Ogni tanto mi mandano i comunicati e io glieli correggo: ecco perché risulta il mio nome».

Lecita un'altra domanda: che correggere i volantini degli ultrà rientri nei compiti del presidente della Commissione cultura della Regione Lombardia? «In ogni caso – precisa Belotti – concordo in parte con il contenuto del documento, visto che non si riesce a capire come mai ci sia in questura questo clima di tensione, non soltanto per lo stadio. Per questo ho intenzione di andare a incontrare il questore, nei prossimi giorni, per parlargli di questa situazione».

Nel merito, nel documento – che si intitola «Tutti uniti per salvare la Dea... tranne il questore» – vengono rilevati alcuni episodi – per la precisione 6 – che, secondo i tifosi della Nord, dimostrerebbero un certo accanimento della polizia nei loro confronti, da due mesi a questa parte. Una «mano pesante» che sarebbe culminata con il recente arresto, per violazione del Daspo a cui era sottoposto, di Francesco «Baffo» Palafreni, 54 anni, uno dei leader storici della curva. Proprio a seguito dell'arresto, martedì sera era scattato l'assedio degli ultrà in via Noli, fuori dalla questura.

Nello stesso contesto gli ultrà hanno diffuso il volantino non scritto, ma, apprendiamo, solo corretto da Daniele Belotti, che è pur sempre un rappresentante delle istituzioni. «La salvezza dell'Atalanta è un obiettivo che non solo i tifosi, ma tutta la città intende raggiungere – si legge –. Un'impresa difficile che si può realizzare se c'è unità d'intenti tra tutti (tutti chi? n.d.r). Qualcuno, però, sta facendo di tutto per mettere il bastone tra le ruote, creando inutili tensioni. Chi è? Il questore Matteo Turillo, uno che – prosegue il comunicato lanciando pesanti illazioni – sta cercando una scorciatoia per la propria carriera sfruttando la visibilità mediatica del calcio. E così dà il via a un vero e proprio accanimento nei confronti della Nord».

Va precisato, per la verità, che il questore, appena insediato, aveva scelto con gli ultrà la linea del dialogo. Ma una serie di episodi e di intemperanze dei tifosi lo hanno indotto ad adottare la linea della fermezza. La stessa, peraltro, che il ministro dell'Interno Maroni, leghista come Belotti, caldeggia un giorno sì e l'altro pure.

Dopo aver descritto i sei casi «emblematici», il comunicato della Curva si chiude con quello che ha tutta l'aria di un «avvertimento»: «Al signor questore ci permettiamo di dare un consiglio: rifletta sul clima di tensione che lei ha creato non solo allo stadio, ma anche nella sua questura, dove i malumori e i disagi (per non parlare degli abusi!) degli agenti sono sempre più pesanti. All'Atalanta ce n'era uno così, Conte: non è durato molto!». Il questore non è voluto intervenire sulla vicenda. Belotti ha solo corretto: non si capisce cosa visto che nella sostanza dice di condividere i contenuti, sconcertanti, del comunicato.

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