«Anch'io sono malato di leucemia
A Francesca dico: non arrenderti»

Jeremy, un 29enne bergamasco di origini danesi malato di leucemia, ci ha inviato una lettera che si aggiunge ai tanti messaggi di solidarietà per Francesca, la ragazza malata di leucemia che nei giorni scorsi in via Statuto a Bergamo è stata derisa da una ragazza per il suo aspetto.

«Buongiorno a tutti, dopo aver letto (quasi casualmente) l'articolo sulla ragazza derisa per strada a causa della sua malattia, mi sono quasi sentito in dovere di scrivervi per aggiungere qualcosa a tutto questo. Mi chiamo Jeremy, ho 29 anni, sono di origine danese ma mio padre è bergamasco e vivo in città da quasi 5 anni. Siccome mia madre era una prostituta e mio padre, dopo aver saputo della mia esistenza, se ne andò, sono cresciuto un po' qui un po' là, tra case famiglie, pseudo orfanatrofi e poi, finalmente, con mia zia Emily che è stata quella che i bambini chiamano mamma.

Non voglio riassumere tutta la mia vita fino ad oggi perchè la ragione della mia mail non è il raccontarvi il mio passato difficile e problematico, uguale a quello di molte altre persone, prodotto di qualcosa che non ha mai funzionato, bensì dimostrare una sorta di solidarietà a questa ragazza e alla sua famiglia. Dai 18 anni ai 25 me ne sono andato in giro per il mondo, convinto che partire e lasciare Ribe avrebbe sistemato tutto ciò che non andava nella mia esistenza e ho visto l'Australia, il Canada, l'America (non tutta), sono stato in Alaska, poi in Groenlandia, insomma una libertà estrema alla perduta ricerca di me stesso.

Mi piace pensare che, senza quest'esistenza nel mondo, adesso non sarei la persona che sono e non rinnego nulla, nemmeno di aver lasciato a Ribe una zia Emily piangente e disperata, preocucpata di quello a cui sarei andato incontro. Ma la cosa meravigliosa che la vita mi ha regalato (oltre alla vita stessa regalatami da mia madre a costo della sua stessa vita) è stata la leucemia. A 26 anni, quando ero tutto per tutti ma stavo finendo per non essere niente per me stesso, per caso, ho scoperto di avere la leucemia. Più precisamente, leucemia linfatica in stadio precoce tipo B.

Adesso di anni ne ho 29, quasi 30, e da quasi 5 anni combatto, giorno dopo giorno, con una malattia strana, che una volta ti fa sentire quasi 3 metri sopra il cielo e poi ti fa sentire tre metri sotto terra, una malattia a cui, nonostante gli anni, non ti ci abitui mai. Quando mi hanno pronunciato quelle tre parole "hai la leucemia" il mio mondo ha cominciato a tremare, mi sono sentito morire e ho tentato di farlo, più di una volta. Credevo di essere in un incubo stile film horror, credevo fosse uno scherzo, certe cose dovevano e potevano capitare agli altri, non a me.

Per quasi un anno ho negato a me stesso prima e agli altri dopo, questa malattia, sottoponendo il mio corpo a una stupida farsa, girando con qualche pastiglia nelle tasche dei pantaloni come se fosse una caramella da prendere al momento più opportuno. Poi mi sono chiuso in casa, negandomi alla vita, credendo che ormai fosse finita ma sperando che qualcuno si accorgesse di me e venisse a salvarmi. Ho iniziato a bere, per dimenticare, poi è arrivata la depressione, l'insonnia, gli scatti d'ira, le lacrime (tante, troppe...), la voglia di farla finita in qualsiasi modo.

Poi non so cosa sia successo, so solo che una mattina, guardandomi allo specchio, ho provato un forte desiderio di spaccarlo, farlo in mille pezzi ed è lì che ho capito che non dovevo rompere lo specchio, dovevo essere io a cambiare. Adesso di anni ne ho un po' di più, ho affrontato 16 cicli di chemioterapia, un'operazione, ho avuto persino una remissione completa della malattia che poi è tornata, analisi, esami, ricoveri, emoraggie, febbre da cavallo, noti insonni, vomiti eppure una cosa ve la devo dire: io, a questa malattia, sono grato. Perchè è la cosa migliore che mi sia successa, perchè senza di lei non avrei mai scoperto la parte migliore di me stesso, perchè senza non avrei mai costruito tutti quegli anticorpi che poi, inevitabilmente, ti irrobustiscono l'esistenza.

Se mi guardo indietro gli anni in giro per il mondo sono stati bellissimi ma i migliori sono stati questi, in cui ho cercato di trovare un compromesso con la malattia, in cui ho lottato per essere un uomo migliore. Sono grato alla leucemia e non pensate che sia un pazzo con parecchie rotelle fuori posto, è così e basta. La leucemia è stata un regalo che qualcuno (forse Dio, forse Gesù, forse la mia stessa madre) mi hanno voluto dare: all'inizio, per paura, rabbia e orgoglio, non ho voluto aprirlo, l'ho rigettato, ci ho rinunciato ma quando poi ho preso coraggio e l'ho accettato, aprendolo, dentro ho trovato l'essenzialità della vita e la parte migliore di me stesso.

Questa vita fatta di ospedali, trasfusioni, pastiglie, dolori è la mia e io non ne voglio nessun'altra e quando la gente mi chiede se vorrei essere nei panni del divo di turno io rispondo, sorridendo, no. Perchè non vorrei proprio essere nei panni di nessun altro uomo a questo mondo, voglio questi, i miei e basta. Ammetto di essere stato così vicino al fuoco che avrei potuto bruciarmi ma invece sono stato fortunato ed ho sentito solo un grande freddo, perchè, evidentemente, non bruciarsi vuol dire sapere quando fare marcia indietro.

A questa ragazza, alla sua famiglia vorrei dire che il mondo dicono sia per i vincitori, la legge della natura ci insegna che il più forte mangia sempre il più debole, ma l'unica speranza è quella di non arrendersi mai. La gente come me, come lei, come chi è malato di leucemia o di qualsiasi altra malattia ha la fortuna di aver toccato il fondo più profondo e sa cosa conta, cosa vale la pena vivere e sentire. E' vero, forse non bisogna mai andare troppo a fondo alle cose, restare in superficie in modo che anche il resto del mondo ce ne sia grato, ma per noi è diverso.

Ci sarà sempre qualcuno che non ci capirà, che avrà qualcosa di più, che crederà di farci del male ridendo di noi e delle nostre vite che solo apparentemente sono normali, ma abbiamo superato tanti dolori, chemioterapie estenuanti e niente ci può scalfire o ferire. Io non so te ma per quanto mi riguarda la chemioterapia dell'ultimo anno mi ha fatto dimagrire un sacco, ma una cosa non è riuscita a danneggiare: il mio cuore. Ed è per questo che anche questa volta tornerò più forte di prima. E sono sicuro che sarà così anche per te, amica mia.

Anche noi, come la persona che ti ha deriso, siamo figli dell'universo non meno degli alberi e delle stelle e abbiamo il diritto di essere qui. Qualunque siano le tue lotte e le tue aspirazioni, conserva la pace con la tua anima pur nella rumorosa confusione della vita perchè nonostante i suoi inganni, i lavori ingrati, i sogni infranti, è ancora un mondo stupendo. La vita, per me, malato di leucemia come te, continua ad essere una faccenda meravigliosa, degna di essere vissuta anche perchè, forse, non siamo mai soli.

Fai attenzione: cerca di essere felice. La felicità esiste ed è reale solo quando condivisa. Viva la vida, siempre. E certa gente come quella che ti ha derisa falla a pezzi con il sorriso. Io sono con te. :-) Grazie per avermi letto e buon fine settimana a tutti».
P.S. Se foste interessati, il sottoscritto ha anche un blog che si trova a questo indirizzo: www.romeoandjuliet1980.spaces.live.com. Potete visitarlo se volete e se vi può far piacere. Grazie dell'attenzione.

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