La sofferenza di mia figlia
umiliata: non posso tacere

Ecco la lettera pubblicata venerdì 15 dicembre su L'Eco di Bergamo scritta dalla mamma di una ragazza malata di leucemia: «Questa mattina attorno alle otto all'altezza del semaforo via Statuto angolo via IV Novembre nelle vicinanze degli Ospedali Riuniti si è verificata una scena nella quale non avrei mai voluto essere coinvolta. Accompagnavo mia figlia ad uno dei suoi numerosi controlli quando una ragazza in macchina a finestrino abbassato dice, credo, rivolta a noi: «Certo che sei proprio bella!». Lei, umiliata, con le lacrime agli occhi le urla con rabbia «ma va...».

La rabbia sale dentro di me portando in superficie tutte le sofferenze più profonde e penso: ma che ne sai tu di come si può sentire una ragazza di 24 anni che da 18 mesi sta lottando con la leucemia! Che ne sai di cosa vuol dire guardarti allo specchio e vederti gonfiata dai farmaci, il viso arrossato, la berretta che ti copre sia per difenderti dal freddo, sia per difenderti dagli sguardi delle persone come te che ti osservano perché non hai capelli. Che ne sai cosa vuol dire vedere ciocche che seminano il tuo letto, poter vedere per mesi interi solamente gli occhi e le mani delle persone che ami perché il resto è coperto da camici, mascherine, copriscarpe e berretta perché quando sei in isolamento tutto potrebbe farti male, anche un solo bacio?

Che ne sai dei nostri pianti mentre aspettavamo con angoscia arrivasse un donatore compatibile visto che nessuno di noi lo è? Che ne sai delle sofferenze causate dai tanti cicli di chemio effettuate? Dei mesi trascorsi in isolamento, del Natale passato tra pianti e trasfusioni, del ferragosto attaccata a sacche di chemio. Delle persone che con sofferenza hanno dovuto evitare di incontrarla e di quelle che per fragilità o egoismo hanno preferito abbandonarla? Che ne sai della fatica a riprendere un minimo di vita normale perché inevitabilmente si incontrano persone come te che ogni giorno, in ogni sguardo ci vorrebbero convincere che così com'è non è bella.

Ma sei proprio sicura che la realtà sia questa? Io non credo. In questo periodo mia figlia non si vede bella ma il tempo e l'amore delle persone che le stanno accanto l'aiuteranno a trovare questa certezza. Tu e tanti altri invece credo farete molta fatica a sentirvi belli, perché una bella persona non ha bisogno di ferire, umiliare, ha piuttosto voglia di condividere, consolare, aiutare. Una come te, credimi, riesce a far uscire il lato più brutto di una persona. Mi sono piegata sotto il dolore della malattia di mia figlia, ho abbassato lo sguardo sulla sofferenza, ho colto la tristezza negli occhi, ma non posso e non voglio abbassare la voce di fronte ad un gesto così.

Di fronte alla sofferenza che viene umiliata non puoi tacere, ed il mio pensiero in quel momento di rabbia è stato «mia figlia avrà il viso gonfio di farmaci ma in questo momento io lo vorrei gonfiare a te!». Poi l'amore ha come sempre la precedenza su tutto, ho abbracciato mia figlia, attraversato la strada e continuato il nostro cammino verso la guarigione. Possa anche tu nella vita intraprendere un cammino che ti conduca alla guarigione del cuore, possa anche tu comprendere il significato vero delle cose belle, possa anche tu un giorno essere fra quelli che aiutano a ritrovare il bello e ricorda che molte volte «la lingua ferisce più della spada».
Natalina

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