Clandestino investito da un'auto
finisce in cella, il giudice lo libera

E' stato investito da un'auto, è finito all’ospedale e da lì alla cella di sicurezza della caserma dei carabinieri di Curno. I militari infatti hanno scoperto che era clandestino. Ieri il processo davanti al giudice, che però non ha convalidato l'arresto e ha rimesso in libertà l'uomo. Lo stesso si era visto negare il ricongiungimento familiare chiesto dal fratello: ma in questi casi, anche se l’istanza di ricongiungimento viene rigettata, l’arresto non è consentito.

Una vicenda incredibile quella toccata a un 25enne tunisino. Dalla sua terra era giunto senza documenti, ma con tanta malasorte. Aveva deciso di venire a Sorisole dal fratello per farsi curare in Italia, lui che si porta ancora addosso le conseguenze di una folgorazione di dieci anni fa. Sabato sera, mentre pedalava in sella alla sua bici dalle parti della pizzeria «Al galletto d’oro», in via Manzoni, alla Dorotina di Mozzo, è stato investito da un’auto.  È finito alle Gavazzeni con un piede rotto e poi alla caserma dei carabinieri di Curno, dove i militari lo avevano trattenuto perchè clandestino. Ci ha pensato il giudice Donatella Nava a rimettere le cose a posto e a lasciare libero il tunisino.

S. B. A. è in Italia dal 2007 e da tra anni a questa parte ha collezionato un decreto di espulsione e molte cartelle cliniche. La richiesta di ricongiungimento familiare presentata dal fratello è stata rigettata dalle autorità italiane, in quanto il grado di parentela non consente la pratica. Da allora è rimasto in Italia senza documenti, nonostante fosse in cura da medici e strutture sanitarie. Anche il pm Lucia Trigilio ha chiesto la non convalida dell’arresto e ha confermato l'esistenza  del giustificato motivo di permanenza. Ora il tunisino spera di avere maggiore futuro per il suo futuro e la sua salute.

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