Ex collega ai funerali del 36enne:
«Forse non ti abbiamo aiutato»

«Forse la vita non l'ha compreso, forse noi non lo abbiamo aiutato abbastanza». Francesco Vendola, un ex collega di lavoro, ha letto queste parole al termine dei funerali del 36enne di Bergamo che si è tolto la vita dandosi fuoco. Una tragedia che resta senza spiegazioni, come ha sottolineato il parroco di Boccaleone, don Alberto Mascheretti, nell'omelia: «Ci chiediamo perchè abbia voluto lasciare la vita con un gesto così tragico - ha detto martedì pomeriggio, in una chiesa gremita - forse la risposta non c'è. Di certo è stata grande la sua sofferenza e noi ora possiamo solo piangere in religioso silenzio».

Don Alberto, dopo aver portato la solidarietà di tutta la comunità alla moglie e alla famiglia del 36enne, si è poi soffermato in generale sui problemi della nostra società: «La vita di oggi è incentrata sulla corsa verso il benessere, ma in questa corsa c'è qualcuno che ha difficoltà e resta indietro. Ci si inventa bisogni sempre nuovi, desideri sempre più esaltanti che lasciano frustrati e angosciati. La crisi economica è pesante e il lavoro non c'è per tutti. Ma dobbiamo interrogarci su cosa significa benessere: la parola benessere vuol dire esistere bene. E per farlo è necessario costruire una società attenta e rispettosa ai diritti di ognuno, in grado di costruire una rete di rapporti affettivi e di fiducia verso gli altri.

Colui che meglio ha insegnato cosa vuol dire benessere è Gesù, che ci dice "chi vuole esistere bene, prenda la sua croce e mi segua". Gesù non promette tanto senza chiedere fatica e sacrifici, da affrontare senza paura». L'ex collega Vendola, che ha lavorato con il 36enne tecnico informatico molti anni fa, ha preso la parola per sottolineare che «in questi giorni si sono lette e sentite tante cose su questo caso, ma non è il momento di colpevolizzare nessuno» e ha ricordato il carattere «discreto e il modo di fare pacato» del 36enne.

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