Fratelli «siamesi» nella vita
muoiono a poche ore di distanza

Nemmeno la morte, in fondo, è riuscita a separarli, se non per una manciata di ore. Ottavia Cortinovis e il fratello Daniele, meglio conosciuto come Giulio, sono nati a distanza di cinque anni l'una dall'altro, quando si erano appena sopiti i venti di guerra del primo conflitto mondiale. E dopo essere stati insieme per una vita intera se ne sono andati entrambi, per sempre, nel giro di un paio di giorni o poco più.

Quella che vogliamo raccontare è una straordinaria storia di amore fraterno conclusasi martedì, per entrambi, tra i viali del cimitero di Bergamo. Ottavia Cortinovis, nata il 17 luglio 1919, è morta nella tarda serata dello scorso 28 gennaio all'Istituto Santa Chiara di via Garibaldi. Il fratello Giulio Daniele, venuto alla luce il 13 ottobre del 1924, è invece spirato al Centro don Orione nella mattinata di domenica 31. I loro funerali si sono svolti martedì alle 14 nella Chiesa di Ognissanti al cimitero.

Dopo la funzione, concelebrata da padre Nunzio Conti e don Alessandro Raccagni, i corpi dei due defunti, accompagnati da parenti e amici, sono stati portati nella camera mortuaria in attesa della cremazione. Ottavia, primogenita, era nata ad Azzano, ma ben presto i genitori si trasferirono in via Torretta, in città, dove nacquero poi gli altri quattro fratelli e Giulio era il terzo. Ottavia, vedova ormai da quarant'anni e senza figli, non ha voluto più risposarsi. Invece Giulio ha avuto due figli, Claudio e Sara, ma anche lui ad un certo punto è rimasto vedovo.

«Curiosamente – dice Claudio Cortinovis – hanno sempre vissuto in simbiosi perché anche l'attività lavorativa mio padre l'ha divisa con la zia. Per quarant'anni, infatti, hanno portato avanti un negozio di abbigliamento chiamato “La Resistente”, in via Zambonate. Subito dopo la guerra la zia era stata assunta come commessa e mio padre è subentrato poco dopo, quando il vecchio proprietario si è ritirato. Una volta andati in pensione il punto vendita ha chiuso». «Essendo entrambi vedovi – aggiunge il figlio del defunto – avevano scelto di vivere nel quartiere di Loreto, in due appartamenti differenti ma sullo stesso pianerottolo. Al mattino uscivano insieme e percorrevano a piedi il tratto di strada fino a piazza Pontida, uno davanti e l'altro dietro. Credo che ormai fossero conosciutissimi in zona perché per quarant'anni hanno fatto questo tragitto negli orari di apertura e di chiusura del negozio».

Alcuni anni fa Ottavia ha cominciato ad avere qualche difficoltà a muoversi, per giunta senza l'aiuto di un figlio. Per un po' i parenti l'hanno aiutata e infine hanno deciso di affidarla alle cure dell'Istituto Santa Chiara. Nel frattempo Giulio ha continuato ad andare a trovarla. Ma tre anni fa è stato investito in Città Alta mentre era in motorino ed ha dovuto trascorrere sei mesi in ospedale. Da quel momento non si è più ripreso. Nonostante l'aiuto delle badanti, i figli si sono visti costretti ad ospedalizzarlo al Don Orione.

«E così i due fratelli – conclude Claudio Cortinovis – non si sono più visti nell'ultimo anno. Finché giovedì scorso siamo stati avvisati che la zia si era spenta del tutto. Con mia sorella ho scelto di non parlare della cosa al papà, perché nel frattempo si era aggravato. Non ce ne ha dato il tempo: nell'arco di due giorni ci ha lasciato anche lui. Non so come abbia fatto, ma siamo convinti che la zia abbia comunicato in qualche modo questo suo bisogno di andarsene ancora una volta accompagnata da papà».

«Come caratteri – dice Sara Cortinovis – erano un po' agli opposti e forse per questo andavano molto d'accordo. Mio padre era sempre molto allegro ed espansivo mentre mia zia era una persona piuttosto chiusa in se stessa».

Francesco Lamberini

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