Due quartieri in lutto: «Di Marco
ci resterà il suo grande sorriso»

Sullo schermo del computer portatile di mamma Cinzia le foto faticano a scorrere. Davanti ai tanti sorrisi e abbracci tra amici, all'infinità di smorfie bizzarre che strappano risate, ai tanti momenti felici che contraddistinguono la vita di un diciassettenne, ogni immagine che ritrae Marco Licini, morto martedì sera dopo essere stato sbalzato dallo scooter in via Baioni, sono un fulmine intriso di magone e dolore. La bella casa di via Maironi da Ponte dove Marco viveva con il fratello Pietro, 21 anni, e la mamma, Cinzia Fumagalli, è avvolta nel silenzio. I quartieri di Valverde e Valtesse, dove Marco era nato e vissuto, sono avvolti da una coltre di tristezza e rispetto per l'immenso dolore della famiglia. Seduta al nostro fianco, la signora Cinzia continua a cliccare i tasti del pc, alla ricerca delle tante foto che ritraggono i momenti spensierati del figlio.

«Non mi rendo ancora davvero conto di quanto è successo – dice con un filo di voce, ma con una forza d'animo e compostezza enormi –, tutto mi pare così irreale e le parole sono soffocate dal troppo dolore». Durante la giornata sono stati in tanti a sostare davanti alla casa, ricordando il giovane. Così come sono state centinaia le persone che si sono recate nell'arco dell'intera giornata di ieri alla camera mortuaria dei Riuniti, dove è stata composta la salma del giovane studente della quarta F del liceo Lussana: tutti con un groppo in gola e le guance rigate di lacrime. «Guardate come è bello in questa foto – dice con l'ennesimo impeto d'amore mamma Cinzia –. Era sempre gioioso e allegro con tutti, era capace di riempirti la casa anche solo con uno dei suoi indimenticabili sorrisi. I suoi amici mi stanno chiedendo in continuazione delle sue foto: per tutti loro preparerò un collage di immagini che li ritraggono insieme, nei tanti momenti spensierati che hanno trascorso in compagnia».

Poi i pensieri corrono verso l'imminente giorno del compleanno: Marco avrebbe compiuto 18 anni fra una settimana. «Aveva avuto l'idea – continua la mamma – di noleggiare un pullman con autista per portare tutti i suoi amici in discoteca. In questo modo, diceva, avrebbero potuto divertirsi senza preoccuparsi della guida, e poi lo stare tutti insieme su un pullman avrebbe dato la possibilità di ulteriori momenti allegria». «Marco lo conosco da sempre – dice Silvana Fidanza, fiorista a pochi metri dall'abitazione del giovane, con il fazzoletto che non riesce a bloccare tutte le lacrime –, così come tutta la famiglia. Me lo ricordo bene il piccolo Marco, quando entrava in negozio con suo fratello: lui già si contraddistingueva per la sua allegria contagiosa».

Il centro parrocchiale e l'oratorio di Sant'Antonio a Valtesse erano diventati invece un punto di riferimento per Marco dopo il trasferimento della famiglia in via Maironi da Ponte. «Era un ragazzo solare – commenta don Carmelo Pelaratti, parroco di Sant'Antonio –, molto partecipe alla vita dell'oratorio. Tra le mura della nostra chiesa, il 6 maggio del 2001 aveva ricevuto la prima comunione». Poi era arrivato il richiamo del calcio. «Ha vestito la maglia dell'associazione sportiva dilettantistica Antoniana (AsdA) sin da piccolo – ricordano Tino Boschini e Tarcisio Fretti, rispettivamente responsabile settore calcio AsdA ed allenatore del ragazzo –. Era bello rapportarsi con lui, sempre così allegro e positivo con tutti. Come giocatore era molto bravo – prosegue Fretti –, un centrocampista con doti notevoli e con grande rispetto per l'avversario. Lo avevamo convocato per far parte della nostra prima squadra, la stessa che ha tra le sue fila il fratello Pietro e che gioca in terza categoria: ma, con nostro dispiacere, quest'anno aveva dato forfait».

L'AsdA, dopo aver scritto sul proprio sito tutto il dolore per la morte del ragazzo, ha subito chiesto alla Fgic e al Csi di poter sospendere in segno di lutto le partite delle sue cinque squadre in programma tra sabato e domenica: proposta accolta immediatamente. Altri segni di dolore sul piazzale dell'oratorio, dove sostano molti amici di Marco, quelli dell'appuntamento quotidiano, cascasse il mondo. «Ci si vedeva tutti i giorni alle quattro del pomeriggio in punto – dicono con gli sguardi rivolti verso il cielo –. Lui arrivava sempre con il suo casco rosso in testa, anche quando non aveva il motorino, spesso fuori uso. Come successo martedì sera, quando per dare il cambio (come ponypizza) al fratello che non stava bene, si è fatto prestare scooter e casco».

«Giocavano a calcio – aggiungono Maria e Jennifer –, ma soprattutto si stava insieme per parlare delle nostre cose: niente di che, la vita di tutti i giorni, ma spesso il nostro quotidiano è fatto di tante incertezze e problematiche ed è bello condividerle con gli amici, tutto sembra meno complicato: da oggi quei momenti con lui ci mancheranno terribilmente». Francesco e Daniele, da sempre suoi compagni sin dai tempi dei «pulcini», sottolineano che «Marco bravo lo era davvero, ma era anche un bel “peperino”. Come tutti, non amava perdere, aveva grinta da vendere. Quello che più ci fa male è pensare che sia morto da solo, senza nemmeno uno dei tanti amici che aveva a stringergli una mano, la stessa che era pronto a dare a tutti». Teste abbassate e poca voglia di parlare anche al centro sportivo di via Rosolino Pilo, campo base per molta gioventù della zona. «I giovani che frequentano il Pilo appartengono a compagnie diverse – riesce a dire Barbara –, ma alla fine ci si conosce tutti e tutti si diventa amici. Siamo distrutti, anche perché il dolore per la morte del Savo è ancora dentro di noi. Il Savo era Matteo Savoldelli, deceduto il 7 agosto dell'anno scorso ai Riuniti, cinque giorni dopo l'incidente fatto di ritorno dalla gita fatta alle «buche» di Nese.

Un tragico destino li ha uniti, compreso quello di andarsene pochi giorni prima del loro 18° compleanno. «Ho il cuore a pezzi – dice Angelo Francini, gestore da cinque anni del bar al Pilo –. Sono centinaia i ragazzi che frequentano il centro e tra loro c'è sempre chi è più simpatico di altri: il Savo e Marco in questo erano molti simili, difficile non provare dolore». I funerali di Marco Licini si svolgeranno domani, alle 15, nella chiesa di Sant'Antonio a Valtesse.

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