Comune, via libera alla Sala Creberg
Bocciata la richiesta di referendum

Il clima era da cordiale (inciucio?), così ci hanno pensato Simone Paganoni e Pietro Vertova, da sempre contrari alla nuova sala del Creberg nel parco Suardi ampliato, ad agitare le acque. Prima la richiesta (bocciata) di un referendum, e poi come extrema ratio una tempesta di emendamenti, all'insegna del più sano ostruzionismo. Per la cronaca sono stati 104 quelli che un attonito Guglielmo Redondi si è visto piombare sul tavolo quasi sul filo di lana: il presidente del Consiglio comunale non l'ha presa benissimo, ma non ha potuto fare altro che passarli all'esame.

Alla fine dopo votazioni su votazioni – e bocciature bipartisan in serie degli emendamenti, con qualche sporadica astensione – la convenzione con il Credito Bergamasco per la nuova sala espositiva dono da 4 milioni di euro per i 120 anni di fondazione è passata, con i soli (ovvii) voti contrari del ticket Paganoni-Vertova (Lista Bruni e Verdi) che hanno comunque venduto cara la pelle. Una convenzione che non è assolutamente il via libera alla realizzazione, perché il progetto dovrà comunque passare in Commissione prima e infine in aula.

L'impressione (e non solo quella...) è che il passaggio in aula fosse stato preparato per benino nei giorni scorsi, con il centrosinistra apparentemente all'attacco ma pronto a cercare rassicurazioni dal centrodestra: entrambi comunque convinti (chi più, chi meno) della bontà dell'operazione e i soli due Paganoni e Vertova sull'Aventino.

Da qui l'esordio all'apparenza battagliero di Sergio Gandi (Pd) che ha messo sul tavolo la richiesta di sospensiva della convenzione. Tentorio ha replicato: «Sospendere la convenzione può farci perdere tempo, ma mi impegno personalmente a fare quanto richiesto da qui al ritorno in aula del progetto». Rassicurazioni che hanno convinto senza se e senza ma il centrosinistra, a conferma che nessuno aveva voglia di far saltare il tavolo.

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