L'emozione di Emilio Corna:
«Così ho trovato Benedetta»

Il batticuore di quel momento, con quel visetto e quella gambina bianca che a poco a poco sono spuntati dagli strati di asciugamani. Emilio Corna non dimenticherà mai gli occhi con cui Benedetta si è presentata a lui. «Ricordo i suoi due occhioni vispi e il sorriso che le illuminava il volto quando ho alzato quegli asciugami e mi sono trovato di fronte alla bambina: è stata una forte emozione».

Così Emilio Corna, 40 anni, sposato e padre di due figli, racconta il momento di grande sorpresa e stupore quando si è trovato di fronte il volto della piccola Benedetta, abbandonata giovedì sera vicino alle piscine di Almè. È stato lui a ritrovarla, nello scatolone lasciato sul cofano della sua auto. Corna abita a Bonate Sotto, in via Ludovico Ariosto 2, in una villetta a due piani: nell'appartamento al pianoterra abitano i genitori mentre lui con la moglie e i due figli al primo piano.

Nella giornata di giovedì, dopo avere terminato la giornata lavorativa alla ditta Ventomatic di Valbrembo, dove è occupato come impiegato, si è recato ad Almè dove aveva un appuntamento con un amico, con il quale doveva andare in città a Bergamo per delle commissioni. Per non andare con due auto, d'accordo con l'amico, Emilio ha parcheggiato la sua Honda Crv in via Olimpia, nella zona delle piscine comunali.

«Sono rientrato dopo un'ora e mezza: erano le 19,30 circa – racconta il quarantenne di Bonate Sotto –. Ho salutato l'amico e mi sono recato a prendere l'auto, quando ho notato sul cofano una scatola di cartone. Ho pensato subito a qualcuno che aveva abbandonato dei cuccioli di animali domestici: piuttosto che lasciarli nel vicino boschetto o, nella peggiore delle ipotesi, buttarli nel ruscello che dista una cinquantina di metri, lo sconosciuto ha voluto affidarli alla buona sorte. Ho iniziato a sollevare tutti quegli asciugami e ho visto spuntare una gambina bianca, che si muoveva vivacemente. Immediatamente ho pensato: qui c'è un bambino! Ne ho tolto altri scoprendo la faccina per farla respirare: temevo che potesse soffocare. Mi sono trovato di fronte i suoi grandi occhi curiosi, e il volto sorridente e tranquillo. Ho notato che il cordone ombelicale era tagliato e chiuso con una molletta da bucato. Sicuramente la bambina, come ho saputo dopo, era nata da pochissime ore. Dopo un attimo di batticuore, ho pensato subito che dovevo portare la piccola al caldo. Meglio dei locali della piscina ben riscaldati non c'era, e quindi mi sono diretto con la mia scatola all'interno e chiesto al personale presente se mi chiamavano la Croce Rossa perché avevo trovato una bambina».

Sul posto è arrivato tempestivamente il 118. «Ho visto il personale medico provvedere a sistemare il cordone ombelicale, assicurandomi poi che la neonata stava bene e non aveva particolari sofferenze – aggiunge Emilio –. Ho quindi atteso l'arrivo dei Carabinieri ai quali ho rilasciato la mia versione».

In mezzo a tutto questo trambusto il quarantenne di Bonate Sotto si era dimenticato di avvisare la famiglia del suo ritardo, tanto che non vedendolo tornare dopo le 20 lo hanno chiamato, venendo così informati della particolare esperienza che il loro congiunto aveva vissuto. L'augurio che Emilio, padre di due figli, fa alla piccola Benedetta è che possa crescere serena.

Angelo Monzani

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