Scanzo, la gente bussa al sindaco
«Niente proteste, cercano lavoro»

La crisi economica bussa alle porte del Municipio, sale le scale, attende in corridoio e poi entra nella stanza del sindaco. Non bastano più i centri di primo ascolto, gli sportelli di accoglienza Caritas, il Fondo famiglia lavoro o i progetti di utilità sociale adottati da questo o quel Comune.

Sta capitando a Scanzorosciate, dove da alcuni mesi il sindaco, durante i normali orari di ricevimento in Municipio, ma soprattutto durante le sedute mensili di ricevimento decentrato nelle frazioni, riceve in ufficio decine di persone in difficoltà.

«La questione si sta facendo delicata – spiega il sindaco Massimiliano Alborghetti –. È da quasi un anno che diversi cittadini del paese bussano alla mia porta per chiedere aiuto, un lavoro stabile. La crisi è forte e si è fatta sentire anche da noi, dove pure ci sono tante aziende e dove per questo non sembrava che mancassero opportunità di occupazione. Mediamente accolgo dalle due alle tre persone alla settimana».

«È una situazione che mi fa paura. Siamo di fronte all'evidenza non solo di un problema economico ma anche sociale. Io non sono un ufficio di collocamento. Ma se anche il sindaco non può aiutare queste persone, allora c'è poco da fare: lo scenario è la disperazione».

«Dobbiamo alzarci dalla scrivania e scendere in strada. E nel mio piccolo qualcosa ho fatto, qualche inserimento lavorativo l'ho trovato, qualche contatto l'ho fatto avere. Ma ora serve progettualità: aprire un tavolo con le imprese locali, per leggere il territorio, in maniera condivisa, verificando le opportunità di lavoro che vi sono presenti. Tutti devono fare la loro parte, per il bene comune».

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