Castione: interviene il prefetto
«decaduto» il sindaco Vanzan

Si chiude con un provvedimento del prefetto di Bergamo, Camillo Andreana, la polemica scatenata nei giorni scorsi dalle minoranze di Castione della Presolana nei confronti del sindaco, Vittorio Vanzan, che nel novembre scorso aveva patteggiato una pena di 18 mesi per peculato.

Le minoranze avevano chiesto al primo cittadino di lasciare la carica, senza risultato. Ma martedì pomeriggio è intervenuto d'autorità il prefetto di Bergamo che, una volta verificato in Procura come sono andate le cose,  non ha fatto altro che applicare l'iter previsto dal Testo Unico sugli Enti locali del 2000, in base al quale se una sentenza che riguarda un pubblico amministratore passa in giudicato, la carica ricoperta decade «di diritto».

Al suo posto di Vanzan subentra l'attuale vicesindaco della cittadina, Tiziano Tomasoni, assessore ai Lavori pubblici. Vanzan lascia anche il Consiglio comunale, ma non verrà sostituito da nessun altro consigliere.

Il prossimo passaggio sarà una riunione del Consiglio comunale che prenderà atto della decadenza e revocherà la delibera di convalida di elezione del sindaco Vanzan. Giunta e Consiglio comunale restano comunque in carica sino alla scandenza naturale del mandato, nel 2011.

Tutto prende le mosse dalla scorsa settimana quando i consiglieri di minoranza di Castione della Presolana hanno depositato in Comune una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco Vittorio Vanzan. Il motivo, una sentenza di patteggiamento nei confronti dello stesso primo cittadino per il reato di peculato. Contestualmente il capogruppo di minoranza Lorenzo Migliorati (Progetto Democratico) aveva chiesto che Vanzan rassegni le dimissioni.

Punto cruciale è la questione oggetto del procedimento penale: un patteggiamento della pena per l'accusa di peculato, ratificato il 17 novembre del 2009 dal giudice per le udienze preliminari Vittorio Masia. In sostanza, secondo quanto contestato dalla pubblica accusa, sostenuta dal sostituto procuratore Domenico Chiaro, Vittorio Vanzan, proprio per la sua veste di sindaco di Castione della Presolana, aveva ricevuto l'incarico di tutore nei confronti di una donna, con un handicap psichico. In questa veste aveva in sostanza anche la gestione dei beni della donna, tra cui il conto corrente con i suoi risparmi.

Ad un certo punto il sindaco avrebbe approfittato di questa situazione, prelevando 18 mila euro e utilizzandoli per il proprio interesse. I parenti della donna avevano denunciato il tutto in Procura e la vicenda era arrivata in Tribunale. Il difensore del sindaco, Luciano Pezzotta, a novembre ha presentato istanza di patteggiamento della pena a 18 mesi di reclusione con la condizionale: secondo la difesa si sarebbe trattato di una semplice leggerezza commessa dal sindaco, che, in un momento di bisogno, aveva preso in prestito - ma già con ben chiara l'intenzione di restituire l'intera somma - il denaro dal conto della donna. Ed effettivamente tutta la cifra è stata restituita dal sindaco prima della sentenza.

Ma ciò non è basto alle minoranze che sono andate alla carica appena scoperto il fatto. Martedì l'intervento del prefetto ha posto fine alla vicenda.

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