Sindaco Pumenengo condannato
a due anni per abuso d'ufficio

Il sindaco di Pumenengo, Giuseppe Cecchi, è stato condannato a due anni dal Collegio del tribunale di Bergamo per abuso d'ufficio (pena sospesa) e da due anni d'interdizione dai pubblici uffici. Una mazzata per il sindaco, se si pensa che il pm aveva domandato sei mesi e l'avvocato difensore l'assoluzione. Il giudice ha inoltre restituito gli atti al pm perché si indaghi sulla Commissione edilizia di Pumenengo.

Il 27 maggio 2006, un giorno prima delle elezioni amministrative, in cui sarebbe stato confermato sindaco, Cecchi aveva firmato una concessione per la realizzazione di un laghetto destinato in teoria a itticoltura. Il processo ero nato da una segnalazione-esposto fatta dalla minoranza consiliare: a suonare stonata, per la realizzazione di un semplice laghetto per allevare pesci, era la profondità di 26 metri prevista dal progetto.

Quanto bastava per far temere alla minoranza un inquinamento della falda acquifera e quindi a segnalare quanto stava accadendo. A questo si era aggiunto il sospetto che il progetto (i lavori sono ancora in corso) nascondesse in realtà l'intenzione di realizzare una cava, come era già stato chiesto dai proprietari nel 1993.

Il sindaco, nell'udienza del 18 marzo, aveva respinto le contestazioni: «Ho fatto solo il mio dovere: mi è stata chiesta un'autorizzazione da persone che avevano tutti i diritti per farlo e l'ho rilasciata. Se non lo avessi fatto mi si sarebbe potuto accusare di omissione di atti d'ufficio. La documentazione era in regola, la commissione edilizia aveva approvato, Asl e Arpa avevano dato nulla osta. Non potevo rifiutare di firmare».

Ma il Collegio del tribunale di Bergamo evidentemente non l'ha pensata così e ha condannato il sindaco a una pena quadrupla di quella richiesta dal pm.



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