Morì soffocato in un silos
Omicidio colposo, tre condannati

Il 31 maggio del 2005 Giuliano Callioni, 40 anni di Curnasco di Treviolo, era rimasto vittima di un incidente sul lavoro a Urgnano, e pochi giorni dopo, il 6 giugno, era spirato in ospedale. Ora il giudice Valeria De Risi, per il tribunale di Treviglio, ha condannato per quel fatto con l'accusa di omicidio colposo tre persone.

Il legale rappresentante della ditta, il direttore dello stabilimento, e il responsabile della sicurezza sono stati condannati rispettivamente a un anno di reclusione i primi due e a otto mesi di reclusione il terzo. Il giudice, vista l'incensuratezza dei tre e l'avvenuto risarcimento ai familiari di Giuliano Callioni, ha concesso a tutti il beneficio della sospensione condizionale della pena e della non menzione.

Secondo quanto ricostruito dalla pubblica accusa l'operaio al momento dell'incidente stava lavorando a Urgnano, all'interno di un silos di una ditta di mangimi. Nel primo pomeriggio, stando agli accertamenti svolti dai tecnici dell'Asl e dai carabinieri, il sistema elettronico di centrifuga di uno dei quattro silos di stoccaggio della ditta si era inceppato. Callioni, secondo la ricostruzione, sarebbe entrato nel silo passando da una finestrella laterale, utilizzata proprio per le ispezioni all'interno. In quell'occasione però qualcosa era andato storto: Callioni infatti era scivolato al centro del silo, ed era rimasto sepolto da un grosso quantitativo di farro, perdendo praticamente subito conoscenza.

Gli inquirenti, analizzando la dinamica dell'accaduto, avevano individuato alcune carenze nel rispetto delle norme di sicurezza, e per questo motivo era stato aperto un fascicolo per il reato di omicidio colposo nei confronti dei tre imputati, che erano stati quindi indagati a piede libero. Un anno esatto dolo l'infortunio, il 31 maggio 2006 il giudice dell'udienza preliminare Patrizia Ingrascì aveva accolto la richiesta di rinvio a giudizio dei tre di fronte al Tribunale di Treviglio, competente per territorio.

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