1° Maggio, il vescovo alla Montello
«Il lavoro sia umano e renda umani»

Milleduecento persone si sono ritrovate a Montello con il vescovo di Bergamo sotto il capannone dei rifiuti riciclati: una folla di fedeli - operai della Montello Spa ma anche gente del paese con  in testa il sindaco, Paolo Marchesi, e il parroco, don Ettore Galbusera - s'è ritrovata a pregare in un Primo Maggio di sofferenza, di precarietà, di dubbi.

Monsignor Francesco Beschi ha presieduto la Messa, sabato pomeriggio alle 16, ha benedetto la gente, ha benedetto il lavoro bergamasco: le sue parole sono partite dalla considerazione che il lavoro è valore fondamentale per l'uomo, che è insisto nel concetto che rappresenta il fondamento della nostra stessa esistenza, la Creazione.

La Creazione che costituisce il lavoro di Dio, al termine della quale, dopo sei giorni  si concede il giorno di riposo. «È un'emozione grande celebrare l'Eucaristia in questa azienda proiettata su strade nuove - ha detto il vescovo - realizzata grazie a investimenti in settori che nel futuro diventeranno sempre più importanti».

La Montello a metà degli Anni Novanta venne riconvertita da azienda siderurgica ad azienda specializzata nel recupero dei materiali plastici e organici: realizza prodotti di plastica grazie al riciclo e biogas con i rifiuti organici, biogas che la rende autosufficiente dal punto di vista energetico. Un passo nel futuro.

Dei quasi trecento dipendenti, una buona percentuale è costituito da persone straniere, che erano presenti alla Messa. Il vescovo ha invitato a ricordare che Gesù era il figlio del carpentiere e ha domandato durante l'omelia: «Che cosa è richiesto affinché il lavoro sia umano e ci renda umani?». «Ognuno di noi è responsabile - ha risposto - affinché il lavoro sia umano e renda umani».

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