Tensioni sul Parco dello sport
Tentorio: aperti al confronto

Cominciamo dai «se», perché sono la sola certa in questa vicenda. Se si farà il Parco dello sport, Palafrizzoni accetterà solo una «proposta ragionevole ed equilibrata, se non sarà interessante non se ne farà nulla», spiega il sindaco Franco Tentorio. E se avrà queste caratteristiche «verrà portata all'attenzione degli organi competenti». Compresi i Comuni dell'hinterland, i cui sindaci si sono visti bocciare un'osservazione allo stralcio del Pgt (ieri all'attenzione del Consiglio comunale) che riguardava l'area di Grumello del Piano, dove dovrebbe sorgere lo stadio con annessi e connessi. O forse solo questi ultimi, perché non è nemmeno escluso che in assenza dello stadio si realizzino comunque palazzetto dello sport ed altri impianti. Quegli stessi sindaci (Lallio, Treviolo, Stezzano, Dalmine e Osio Sotto) che mercoledì hanno incontrato il collega del capoluogo affidando poi ad un comunicato stampa la loro soddisfazione per la disponibilità al confronto di Palafrizzoni, fermo restando che «un progetto non c'è ancora». Sindaci le cui preoccupazioni sono definite «condivise e rispettabili» dall'assessore all'Urbanistica Andrea Pezzotta, ma alla fine «le scelte urbanistiche del nostro territorio sono doverosamente di competenza di questo Consiglio», precisa Tentorio. Come dire che il confronto ci sarà sui tavoli appositi, ma niente partecipazione ad Accordi di programma.

E il centrodestra lo ribadisce bocciando due documenti delle opposizioni: il primo più subdolo perché prevede la presenza obbligatoria dei Comuni dell'hinterland all'Accordo di programma. Il secondo, pur limitandosi all'invito – seppure obbligatorio – ha ugual destino. Sullo sfondo, un centrodestra compatto che respinge gli attacchi dell'opposizione e una Lega particolarmente silente. Forse anche perché due dei sindaci dei Comuni vicini (Treviolo e Stezzano) sono targati Carroccio. Ma alla fine questa loro mancata inclusione nell'Accordo di programma può diventare anche un'utile via di fuga, consentendo di superare l'imbarazzo politico dell'appartenenza alla medesima coalizione e nel contempo mantenere la posizione (eventualmente) contraria davanti ai propri cittadini.

«Il progetto del Parco dello sport rimane avvolto dalla nebbia, vogliamo chiarezza», la valutazione di Stefano Zenoni (Lista Bruni): «Non ci sono indicazioni di volumetrie, si sa solo di 35 ettari di parco che andranno sacrificati alla causa». Quella del Parco agricolo, i cui aficionados gremiscono l'aula sottolineando gli interventi del centrosinistra con applausi scroscianti e beccandosi le rampogne del presidente Guglielmo Redondi. «Gli amministratori dei paesi vicini vi hanno fatto capire che non c'è il consenso dei cittadini», attacca Elena Carnevali (Pd), mentre l'ex sindaco Roberto Bruni stigmatizza le tensioni interne al centrodestra «che hanno fatto mancare il parere della Circoscrizione 2, quella interessata», e il fatto che non si sia ancora riunito il Collegio di vigilanza sull'Accademia della Guardia di Finanza, prevista proprio a Grumello e che quindi, teoricamente, è un'ipotesi ancora in piedi: «Questo limbo è il massimo dell'ipocrisia».

Contrario al Parco dello sport anche Giuseppe Mazzoleni (Udc), mentre Pietro Vertova (indipendente nei Verdi) è caustico: «Avete respinto tutte le osservazioni tendenti a migliorare il parco e accolto quelle che danno garanzie ulteriori ai proprietari delle aree». Compresa una trasformazione da «terziarie» a «profittevoli» che crea dibattito.

Ma Bruni ne ha anche per lo strumento dell'Accordo di programma: «Andrà a riempire questa zona grigia, indefinita, del Pgt, riuscendo così a sostenere che non si tratta di un intervento che necessita di una variante e bypassando il Consiglio comunale». E sulle dichiarazioni di voto ci sono gli ultimi fuochi. Parte Bruni: «Vorrei rimarcare due aspetti che ci spingono ulteriormente a votare contro. Il primo è lo strano concetto per cui la maggioranza potrebbe essere pienamente soddisfatta anche di un Parco dello sport mutilato dello stadio. Il secondo riguarda i rapporti con i Comuni che vengono gestisti a colpi di comunicati stampa e riunioni informali anziché avviare un dialogo istituzionale. Per Nadia Ghisalberti (Lista Bruni) «l'incoerenza si coglie anche rispetto alle volumetrie compensative che secondo la nuova versione potrebbero essere recuperate nell'area del vecchio stadio». Secche le dichiarazioni di Zenoni e di Vittorio Grossi (Idv). Il primo contrario per «la natura poco urbanistica della decisione, ma più simile a un voto di fiducia»; il secondo per «l'ipocrisia, i compromessi e la mancanza di chiarezza che accompagnano il provvedimento».

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