Scoperti 93 kg di hashish in un tir
In manette un 40enne di Arcene

Tre persone in manette e un carico di 93 chilogrammi di hashish di buona qualità sotto sequestro: è questo il bilancio di un'indagine anti spaccio portata a termine dagli uomini del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, con l'ausilio nelle fasi dell'arresto anche della polizia. In manette, accusati di traffico di sostanze stupefacenti, sono finiti un quarantenne di Arcene, G. F., con precedenti penali, e una coppia di spagnoli, marito e moglie, residenti a Calella (Spagna), rispettivamente F. M. M., 43 anni, e I. G. P., di 40 anni, entrambi incensurati.

La vicenda prende avvio nei giorni scorsi, quando i militari del nucleo di polizia tributaria delle Fiamme Gialle, nel corso di una serie di indagini, sono riusciti a scoprire l'imminente arrivo in Italia di un carico di sostanze stupefacenti, in particolare di hashish. Nello specifico la sostanza sarebbe stata destinata alla provincia di Bergamo, per una distribuzione al dettaglio nella zona della Bassa.

Subito sono scattati accertamenti, prima per verificare l'attendibilità della notizia, e poi per cercare di scoprire qualche dettaglio in più, in modo da riuscire a sventare l'operazione di importazione. Una prima verifica ha permesso di scoprire che la segnalazione era in effetti concreta, e riguardava un carico proveniente dalla Spagna. Poi la segnalazione si è circostanziata ulteriormente, con l'indicazione, almeno approssimativa, del momento previsto per l'arrivo nella bergamasca del carico di droga. A quel punto i militari, sapendo di dover attendere un camion proveniente dalla Spagna, il cui arrivo era previsto nella notte tra il 18 e il 19 maggio, si sono appostati nelle vicinanze del casello autostradale della A4 di Capriate San Gervasio. La loro pazienza è stata premiata dopo poco, quando intorno all'1,20 del 19 è passato un autoarticolato Renault Magnum con targa spagnola e due persone a bordo.

I militari, chiesto anche l'ausilio di una pattuglia della polizia, si sono quindi messi in modo discreto alle spalle del mezzo pesante, tenendolo sotto controllo. L'autoarticolato è arrivato così nella zona industriale di Arcene, in particolare in via Galilei, e lì, sempre tenuto sotto controllo, si è fermato. Poco dopo, intorno alle 2 del mattino, è sopraggiunta una Mercedes condotta dal quarantenne italiano, che è stato visto avvicinarsi e parlare con lo spagnolo, quindi aprire il cancello di un capannone. A quel punto i militari sono intervenuti, bloccando tutti e cominciando a perquisire i mezzi.

In un doppiofondo del camion, che trasportava materiale minerario, e tra i bagagli hanno così trovato numerosi panetti di hashish, del peso lordo di 93 chili. I tre sono stati portati nel carcere di Bergamo, dove sabato 22 maggio sono stati interrogati dal giudice per le indagini preliminari Raffaella Mascarino: i due spagnoli erano assistiti dall'avvocato Mauro Invernizzi, l'italiano dall'avvocato Michele Coccia. Quest'ultimo ha respinto l'accusa: «Ho solo detto loro di spostare il mezzo, intralciavano. Non sapevo della droga», avrebbe spiegato. Ha invece ammesso la detenzione lo spagnolo, scagionando però la moglie, che sarebbe stata all'oscuro del carico. Il giudice al termine dell'interrogatorio ha convalidato tutti gli arresti, confermando il carcere per i due uomini, e disponendo invece la scarcerazione per la quarantenne.

Secondo quanto emerso la droga, opportunamente distribuita al dettaglio, avrebbe un valore stimato sopra i centomila euro. Si tratta del sequestro più ingente avvenuto negli ultimi mesi, e del quarto di un certo rilievo solo nell'ultimo mese.

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