Palosco: reddito basso, niente residenza
Si sblocca la situazione del pachistano

All'inizio di giugno avevano puntato il dito pubblicamente (anche attraverso i giornali locali) contro un'ordinanza del sindaco di Palosco, la n.14/2008, definendola «illegittima e discriminatoria nei confronti dei cittadini extracomunitari».

Oggi, sembra che le pressioni di Fiom-Cgil e del Coordinamento migranti della stessa organizzazione sindacale abbiano avuto un qualche effetto nella vicenda del cittadino pachistano, Ashraf Tahir, di 28 anni, in possesso di un regolare permesso di soggiorno, che si è visto rifiutare la possibilità di ottenere la residenza sul territorio comunale «non avendo raggiunto» si leggeva nell'ordinanza, «un reddito annuo di importo superiore al livello minimo previsto dalla legge per l'esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria» (cioè all'incirca 5000 euro).

Con una lettera il sindacato aveva anche informato il prefetto di Bergamo, il questore (dai quali non è arrivata ad oggi alcuna risposta) e l'Unar (Ufficio nazionale anti-discriminazioni razziali), sollecitandoli ad intervenire. Qualcosa si è mosso nell'amministrazione comunale, qualcuno ha cambiato idea, visto che pochi giorni fa, il 10 giugno, Ashraf Tahir ha ricevuto una nota dal Comune di Palosco, firmata dal sindaco, nella quale si legge: «La presente costituisce comunicazione dell'avvio del procedimento in oggetto (Pratica di trasferimento della residenza). Si prega di esibirla per eventuali richieste di informazioni relative alla pratica».

«Certo, non si può dire definitivamente risolto il problema della richiesta del trasferimento di residenza - spiega Mirco Rota, segretario generale provinciale della Fiom-Cgil di Bergamo -. Eppure la lettera in cui il Comune dichiara l'avvio del procedimento rappresenta un primo risultato importante della nostra pubblica denuncia. Continuiamo a sostenere che quell'ordinanza sia discriminatoria ed illegittima e quindi da ritirare. La lettera ricevuta da Ashraf Tahir, in cui si avvia l'iter per ottenere la residenza, dimostra un ripensamento da parte del Comune, oltre alla evidente inutilità dell'ordinanza stessa».

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