Alice è nata in ambulanza:
la mamma era alla 34ª settimana

Le han dato il nome di una bimba delle fiabe perché anche questa vicenda, propria come una favola, ha avuto un lieto fine. Ma, come vuole il copione, soltanto alla fine di un bizzarro travaglio. E non c'è termine più azzeccato per raccontare come, l'altra notte, è venuta al mondo la piccola Alice, bellissima bambina di un chilo e 490 grammi.

Mercoledì sera la bimba ha infatti deciso che era arrivato il suo momento, benché la mamma, casalinga di 40 anni, fosse alla trentaquattresima settimana. Così è nata sull'ambulanza della Croce Bianca di Bergamo, tra l'emozione del personale volontario - per una casualità erano tutte 4 donne, più l'autista -, mentre la mamma veniva portata agli Ospedali Riuniti da Azzano San Paolo, il paese dove vive col marito e con l'altro figlio di 8 anni e mezzo.

Ormai tranquilla nella sua camera del reparto di Ostetricia, la neomamma ripercorre serenamente i momenti travagliati della nascita della piccola Alice: «Non pensavo sarebbe venuta al mondo così alla svelta. Alle dieci e mezzo ho avuto le contrazioni, alle 11 abbiamo chiamato il 118 e dopo un'ora avevo già partorito. È stata un'esperienza molto particolare, ma bellissima. Sono felice che la mia piccola Alice stia bene: è una bimba bellissima».

Scherza la mamma: «Più che Alice nel paese delle meraviglie, Alice nel paese dell'ambulanza. Voglio davvero ringraziare il personale dell'ambulanza, che è stato davvero all'altezza della situazione - prosegue la mamma di Alice -. Mi hanno fatto scendere dal quarto piano di casa con il telo e mi hanno trattato benissimo, benché io fossi un po' nervosa, vista la situazione. Grazie davvero di cuore».

Ripercorre con grande emozione quei momenti anche una delle volontarie che erano sull'ambulanza: «Alice è nata otto minuti dopo la mezzanotte. Quando siamo saliti in casa, la mamma aveva le contrazioni, ma non le si erano ancora rotte le acque: la bimba sarebbe dovuta nascere ad agosto. Invece sull'ambulanza è accaduto tutto in pochi attimi: si sono rotte le acque durante il trasporto e, dopo soli due minuti, Alice era già lì, tra le mie mani. Quando le abbiamo liberato le vie aeree ha cominciato a piangere, ha aperto gli occhi e ho sentito la sua manina che stringeva il mio dito: non ci sono parole per dire come mi sono sentita. Non credo di aver mai provato nulla di più bello e forte».

Viste le condizioni più che particolari del trasporto, l'autista dell'ambulanza ha guidato con la sirena accesa, ma attentissimo a non prendere buche e facendo delle curve molto dolci. Dunque un'équipe di volontari più che all'altezza di una situazione non certo all'ordine del giorno e che ha saputo mettere in pratica quanto appreso solo in teoria nei corsi di formazione.

«Terminato il turno di notte - prosegue la volontaria - sono andata a rivedere Alice in patologia neonatale (dove la piccola si trova per essere tenuta alla giusta temperatura corporea, ndr.) e l'ho vista in ottima forma e bellissima. Ma la gioia non finisce qui: la vedrò anche crescere perché i genitori hanno chiesto a due di noi di farle da madrina».

Grande gioia anche per il papà, che mentre Alice stava nascendo era dietro l'ambulanza e la stava seguendo in macchina. Di sicuro non si sarebbe mai aspettato di veder salire una donna sull'ambulanza davanti casa e, solo pochi minuti dopo all'ospedale, veder riaprire il portellone e trovarsene davanti già due.
 Fabio Conti

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