Giuseppe Caruso prefetto a Palermo
È stato a Bergamo fino al 1992

Un vasto movimento di prefetti è stato approvato dal Consiglio dei ministri. Lo ha annunciato in conferenza stampa il ministro dell'Interno, Roberto Maroni rimandando al comunicato finale i dettagli ma sottolineando «la promozione di 12 nuovi prefetti, in maggioranza donne». Il ministro ha anche annunciato che «il questore di Roma, Giuseppe Caruso, andrà a fare il prefetto a Palermo, e a Roma arriverà, in sua sostituzione, l'attuale questore di Firenze, Francesco Tagliente».

In polizia dalla fine del 1974, il neoprefetto di Palermo, Giuseppe Caruso, ha ricoperto numerosi incarichi su tutto il territorio nazionale. Commissario alla Questura di Bergamo fino al 1992, ha diretto la Squadra Mobile, la Digos e l'Ufficio di Gabinetto.

Erano i cosiddetti «anni di piombo». Caruso è stato uno dei principali protagonisti che hanno portato alla sbarra, in uno dei primi maxiprocessi, 133 appartenenti a movimenti eversivi, tra cui il gruppo di fuoco dell'organizzazione terroristica «Prima Linea».

È stato inoltre responsabile di numerosi servizi di ordine pubblico connessi alle partite di calcio dell'Atalanta, i cui tifosi erano noti per la loro intemperanza, e si è occupato delle manifestazioni di «Autonomia Operaia». Vicequestore aggiunto, è stato trasferito i primi di giugno del 1992 alla questura di Reggio Calabria.

Ha diretto il commissariato di Palmi fino al gennaio del 1994, conducendo numerosi indagini nei confronti di appartenenti alla 'ndrangheta, che hanno condotto alla cattura di pericolosi latitanti e al sequestro di ingenti quantitativi di armi e droga.

Promosso primo dirigente, è stato successivamente assegnato alla Questura di Milano dove ha assunto gli incarichi di dirigente del Terzo Distretto, poi della Digos e quindi di vice questore vicario. Durante tale permanenza che si protrae per poco meno di sette anni, si è occupato di lotta al terrorismo interno ed internazionale, ottenendo il riconoscimento dell'United States Secret Service.

Promosso Questore, resta alla direzione della Questura di Crotone dai primi di luglio del 2000 a fine giugno del 2002. È un periodo caratterizzato dal continuo sbarco nella provincia calabrese di migliaia di curdi clandestini. Durante lo stesso periodo vengono tratti in arresto i componenti di due organizzazioni mafiose rivali, responsabili di numerosi omicidi, episodi di lupara bianca ed estorsioni.

Da fine giugno 2002 a fine luglio 2003 è stato assegnato alla direzione della Questura di Vicenza, dove si è occupato del problema delle rapine in villa, che avevano creato allarme sociale in tutto il Nord Est per la spietatezza con cui i malviventi trattavano le vittime sequestrate nelle loro abitazioni.

Dal luglio 2003 al gennaio 2005 è stato questore di Padova. Quindi è diventato questore di Palermo. Oltre della dura azione di aggressione dei beni mafiosi e del sequestro di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti per un valore di centinaia di milioni di euro, Caruso è stato protagonista dell'arresto di centinaia di mafiosi, un colpo durissimo a Cosa nostra.

Sono stati ammanettati capi mandamento, reggenti e capi famiglia di Cosa nostra palermitana. È finito nella rete anche il noto latitante Bernardo Provenzano. Tra i riconoscimenti che ha ottenuto, anche la cittadinanza onoraria di Corleone.

Dopo l'arresto di Provenzano, l'irripetibile stagione antimafia di Palermo è continuata nel giugno del 2006 con una delle più imponenti operazioni antimafia che la Sicilia ricordi, l'operazione «Gotha». Si è giunti così anche alle prime decriptazioni dei «pizzini» trovati nel covo del boss Provenzano e si sono ricostruiti l'organigramma, gli assetti e le nuove dinamiche dell'organizzazione.

Il 2 agosto 2007 in una villa nei pressi di viale Michelangelo è stato scovato ed assicurato alla giustizia Francesco Franzese, latitante condannato all'ergastolo, fedelissimo di Lo Piccolo. Il 5 novembre, infine, la cattura di Salvatore e Sandro Lo Piccolo in una casa di campagna tra Giardinello e Partinico.

Si è continuato con le operazioni «Addio pizzo» e «Old Bridge»: la polizia di Palermo e l'Fbi di New York, a distanza di più di venti anni dai fasti di «Pizza Connection», sono così tornati a puntare il loro mirino sugli affari in comune tra la mafia palermitana e quella newyorchese.

Una ottantina gli arrestati tra il capoluogo siciliano e la Grande Mela, e tra questi decine di «scappati» palermitani negli anni Ottanta, perché perdenti nella sanguinosa guerra di mafia con i «corleonesi». Il 25 agosto del 2008, infine, Caruso è stato nominato questore di Roma. Ora la nuova avventura a Palermo.

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