Cromo in falda nella Bassa Bergamasca:
Comuni delusi, le tariffe aumentano

Per contrastare l'emergenza cromo, i sindaci dei Comuni della Bassa Bergamasca direttamente interessati al problema potrebbero ricorrere all'aumento delle tariffe idriche. E' questa la risposta data da una dirigente del Pirellone che ha incontrato i primi cittadini dei Comuni di Verdellino, Ciserano, Arcene Castelrozzone e Treviglio.

In un comunicato gli stessi affermano di essere "tornati delusi dall'incontro in Regione del 26 luglio, convocato per la “programmazione di interventi in riferimento alla presenza di cromo in falda”. Si trattava di un intervento atteso perché, secondo quanto anticipato dall'Assessore Raimondi in un'assemblea pubblica tenutasi a Verdellino lo scorso 22 luglio, avrebbe dovuto fare il punto della situazione, definendo la modalità per realizzare gli interventi alla luce delle competenze degli enti coinvolti".

"La delusione - prosegue la nota - è venuta dal constatare non solo l'assenza dell'Assessore Raimondi ma anche l'effettivo scopo dell'incontro, teso unicamente ad “acquisire il quadro conoscitivo” del servizio idrico a cui fanno capo i 5 comuni coinvolti dall'emergenza cromo. Informazioni che potevano benissimo essere chieste direttamente ai diversi gestori del servizio (Uniacque, Bas e Cogeide). Non si è parlato di quando e di come verranno erogati i 5 milioni necessari per realizzare la barriera idraulica prevista nel comune di Ciserano ma si è solo assicurato che il provvedimento per la concessione di 600.000 €, necessario per predisporre il progetto esecutivo della barriera, è già stato firmato". "

Per quanto riguarda l'inquinamento rilevato a sud della prevista barriera di Ciserano, che ormai non può essere fermato da quest'ultima - aggiunge il comunicato - il Comune di Treviglio ha fatto presente, ricordando di averlo più volte scritto all'Assessore Raimondi, che l'estensione della rete dell'acquedotto alle utenze che utilizzano pozzi privati inquinati era stato indicato dal funzionario regionale come alternativa più economica rispetto all'ipotesi di una seconda barriera idraulica. Proprio per questo, l'allacciamento all'acquedotto delle case con pozzi inquinati o a rischio doveva rientrare nei costi complessivi per contrastare l'emergenza cromo".

"La risposta regionale, secondo quanto affermato dalla dirigente che presiedeva l'incontro - chiude la nota - è stata del tutto diversa: i soldi per questi interventi devono essere reperiti nei territori interessati, ci devono pensare i gestori dei servizi idrici, anche aumentando la tariffa dell'acqua potabile. Del resto, la Regione ha rilevato che una tariffa di 1,50 a mc è compatibile con il tenore medio delle famiglie, al massimo potranno essere fatte agevolazioni per le fasce più deboli. Arpa e Asl, presenti all'incontro, hanno sottolineato l'impegno dimostrato dai comuni nel fronteggiare le diverse problematiche connesse all'emergenza cromo ed hanno ribadito la necessità di intervenire con urgenza, altrimenti sarà sempre più difficile contrastare la diffusione in falda del cromo esavalente".

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